Giorgia Meloni, mille giorni di governo da Primadonna

di Brunella Bolloligiovedì 17 luglio 2025
Giorgia Meloni, mille giorni di governo da Primadonna
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Suona molto Claudio Baglioni, ma più che Mille giorni di te e di me (scontato), a Giorgia Meloni si addice La vita è adesso, inno a cogliere l’attimo, a godere pienamente del presente senza rimandare a domani le proprie azioni. Oggi sono 999 giorni da capo del governo o forse proprio mille (e qui viene in mente il motivetto di Fedez, Lauro e Orietta Berti), comunque sia il governo di Giorgia si appresta a tagliare un traguardo che è già una vittoria. Lo è stato nel momento in cui, era il 22 ottobre 2022, la leader di Fratelli d’Italia è salita al Colle, in tailleur scuro e per niente impacciata, per prestare giuramento di fronte al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Prima donna presidente del Consiglio italiano.

Il giorno dopo, era domenica, passaggio di consegne con Mario Draghi e suono della campanella per ufficializzare il cambio. Lo slogan della campagna elettorale di Fratelli d’Italia era “Pronti!” e lei l’hanno vista arrivare. Nel frattempo, non si può dire che la situazione generale sia di quelle facili: la guerra in Ucraina, cominciata quando Fdi era ancora all’opposizione, non è finita ma, anzi, è soltanto uno dei fronti aperti nel caos globale che stiamo vivendo. Un disordine nel quale, però, la posizione italiana non è mutata: sostegno a Kiev incondizionato, ma niente soldati a combattere, Macron se ne faccia una ragione. In quanto al Medio Oriente, c’è un impegno umanitario costante, la nostra diplomazia è al lavoro per aiutare la popolazione di Gaza: ovviamente per la sinistra che tifa Pro-Pal gli sforzi italiani sono vani e il nostro governo «è complice di un genocidio». Per loro il nemico è Benjamin Netanyahu, lo gridano nelle piazze del sabato pomeriggio mentre bruciano le bandiere israeliane e i manifesti con i volti di Bibi, Donald Trump e della Meloni «asservita al presidente americano».

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Con un mondo lacerato dai conflitti e un nuovo ordine imposto dalle super potenze la politica estera è diventata ancora più centrale e anche su questo a Palazzo Chigi hanno dimostrato di non essere impreparati. Il sovranismo non è un concetto tramontato, ma da soli non si va da nessuna parte e anche difendere la patria e l’identità che restano al centro di tutto, diventa un’impresa. Così le battaglie anti-Ursula sono lasciate agli alleati, lo dimostrano gli ultimi voti al Parlamento europeo e la frequenza con la quale Meloni e von der Leyen si parlano, trattano, decidono ciò che è meglio fare per l’Europa e dunque per l’Italia. Non si prescinde da Roma, da Roma tutto passa e s’incrocia, altro che «governo isolato».

Certamente, la situazione internazionale può avere rallentato il cammino delle riforme e determinato prudenza in alcune decisioni. Il risultato però è positivo: i conti sono in ordine ed è un dato che non si può contestare, la povertà non è stata abolita, però neppure il reddito di cittadinanza l’ha cancellata. Un sondaggio di Youtrend per Skytg24 diffuso ieri sostiene che l’avere eliminato l’assegno grillino è stata una buona mossa: tra i provvedimenti dei primi mille giorni del governo Meloni è la più apprezzata subito dopo quella per inasprire le pene per chi commette femminicidi. Si tratta di misure criticate dall’opposizione e, se nel caso del reddito di cittadinanza si capisce subito il motivo, l’attaccare una norma studiata come deterrenza nei confronti della violenza domestica è pura demagogia. Non va bene neanche questo. Tra le critiche più feroci, del resto, si è sempre registrato il coro delle signore indignate del Pd per le quali Meloni sbaglia a farsi chiamare «il premier» anziché «la premier», come se fosse una desinenza o una vocale ad attribuire autorevolezza a una donna. Peraltro l’unica che ha infranto quel soffitto di cristallo della politica italiana senza bisogno della spinta di capibastone o leader di correnti. Una underdog che si è fatta da sé, cari uomini.

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Il sondaggio di Skytg24 mostra che la fiducia della Meloni è al 34% dopo mille giorni a Palazzo Chigi e che il suo partito è poco sopra al 28% con una leggera flessione rispetto alla rilevazione precedente. In quanto a durata, il 22 ottobre 2024 l’esecutivo di Giorgia Meloni era il settimo più longevo d’Italia, poco sotto il governo Renzi. Adesso è salito già di due posizioni e sarà per questo che l’ex premier non perde occasione per lanciare dei siluri: «I mille giorni della Meloni? Più che stabili, siamo immobili», ha detto il senatore fiorentino a In Onda, aggiungendo però questa considerazione: «La forza della Meloni non è il suo consenso ma la debolezza del centrosinistra».

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