L’anima perduta della sinistra riformista

L'evoluzione di Milano e le mosse dei pm sono uno specchio dei tempi. E le cose non si fermeranno qui
di Fabrizio Cicchittodomenica 20 luglio 2025
 L’anima perduta della sinistra riformista
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Caro direttore, nella vicenda che a Milano oppone il sindaco Sala alla Procura che ha indagato 74 persone e chiesto 6 arresti nella sostanza ci troviamo di fronte allo scontro fra due arroganze di potere: l’arroganza dei grandi architetti e dei grandi imprenditori che attraverso il loro controllo sul Pd milanese hanno prevalso anche nei confronti delle aree produttive e riformiste collocate in quel partito e nell’area di centrosinistra, e l’arroganza del potere della Procura di Milano che vuole intervenire direttamente, a colpo di avvisi di garanzia sulla politica comunale.

Non si tratta di una iniziativa singola perché interventi dello stesso tipo sono stati realizzati in Liguria, in Calabria e in altri comuni. Quindi, ci troviamo di fronte a un salto di qualità per quello che riguarda l’interventismo della magistratura rispetto alla politica. La materia del contendere sarebbe tipicamente politica, economica e sociale. Se fossimo in un Paese normale, a contestare gli indirizzi di politiche abitative che a Milano hanno portato gli affitti a prezzi elevatissimi che colpiscono ceto medio, giovani coppie e specialmente gli studenti, dovrebbero essere in prima linea i capi del sindacato Landini, Bombardieri, Fumarola e casomai i segretari di qualche partito realmente riformista e di sinistra, e invece in prima linea anche sul piano mediatico, sono il procuratore Viola, Storari e altri pm.

Il rischio di questa perversione della qualità dello scontro politico è stato colto dalla parte più avvertita del centrodestra, come testimoniano le dichiarazioni dei ministri Crosetto e Tajani, della presidente della Commissione Esteri Stefania Craxi, dell’esperto di questioni giudiziarie Enrico Costa.

Certamente, se i rilievi fossero stati rivolti a un sindaco e a una giunta di centrodestra, piazza Duomo sarebbe da giorni al centro di manifestazioni, mentre a livello mediatico un plotone di esecuzione composto da Gruber, Travaglio, Floris, Formigli tutte le sere griderebbe al ritorno della corruzione e auspicherebbe le dimissioni di sindaco e giunta riservando ai capigruppo Pd e M5S il compito di chiedere in Parlamento le dimissioni anche di Giorgia Meloni.

IL LATO SOCIALE

Ciò detto, però, l’aspetto più significativo di questa vicenda, è quello politico ed economico sociale. Tutti gli osservatori, sia pure tardivamente, hanno osservato che a Milano c’è stata da un lato una esplosione dei grattacieli e di grandi opere e che dall’altro lato il livello degli acquisti di appartamenti e degli affitti è tale che il ceto medio venga a trovarsi in una situazione del tutto insostenibile, con una accentuazione delle contraddizioni sociali che in una città come Milano nel passato non si era mai visto. Ciò avviene in una città da anni amministrata dal centrosinistra. Ma ciò serve a dare il senso preciso di ciò che è avvenuto a Milano dal ‘92-‘94 in poi, cioè da quando Mani Pulite ha distrutto il Psi ed ha emarginato le componenti sociali del mondo cattolico.

Ciò è avvenuto per molteplici ragioni ma quella essenziale è la seguente: per evitare di essere ghigliottinato da Mani Pulite il Pds-Pd che aveva gli stessi punti deboli del Psi, della Dc, dei partiti laici sul terreno del finanziamento irregolare, e della sua compartecipazione a Tangentopoli, ha venduto l’anima al diavolo, costituito dai poteri forti connessi con il pool di Mani Pulite. La conseguenza è stata quella della aggregazione di una organica connection costituita da alcuni grandi architetti, dai grandi gruppi della edilizia e dai loro consulenti con le conseguenze economico e sociali che solo oggi vengono descritte sui giornali. Il risultato è che, in assenza di un quadro alternativo di stampo riformista i pm Viola Storari e altri arrivano all’ambizione di svolgere anche il ruolo dei moderni Robin Hood.

Ma vedrà, caro direttore, che le cose non si fermeranno qui. A sua volta, la Schlein prenderà la guida di un campo largo massimalista e populista, per cui passeremo dalla costruzione di grattacieli come funghi, alla proposta di segno opposto di abbatterne 1 ogni 3, passando da un estremismo ultra liberista ad una follia luddista. Milano però ha alle spalle la storia di una città popolata da gente equilibrata e di alta professionalità, per cui è augurabile che da questi sommovimenti si approdi ad una linea moderata, equilibrata, riformista e garantista.

In ogni caso, a nostro avviso nel caso di Sala, non c’è neanche un pizzico di corruzione ma caso mai di subalternità all’arroganza intellettuale delle grandi firme che è cosa da contestare politicamente ma certo non perseguibile sul piano penale.