Antonio Di Pietro si sofferma sul terremoto interno - e non solo - al Partito democratico. Accade a In Onda nella puntata di giovedì 24 luglio. I casi ovviamente sono noti: le indagini che vedono coinvolti Beppe Sala, sindaco di Milano, e Matteo Ricci, candidato presidente alle prossime elezioni regionali per il centrosinistra. "Avere le mani pulite per chi amministra è il minimo sindacale. Bene ha fatto Sala a rimarcarlo ma è una cosa ovvia. La differenza tra oggi e Tangentopoli? Allora scoprivamo mazzette dentro i water, i cassetti e in conti correnti all'estero. Qui abbiamo le consulenze, le fatture con l'Iva pagata. È la tangente ingegnerizzata".
E ancora, l'ex magistrato parte del pool di Mani pulite tiene a precisare che "questo avviso di garanzia di cui Sala ha saputo e che ha avuto anche Ricci deve far capire all'opinione pubblica una cosa: che dobbiamo abituarci a prendere l'avviso di garanzia per quello che è, ovvero avvisare una persona che stiamo facendo delle indagini. La criminalizzazione anzitempo è sbagliata. Io sono certo che sia a Milano che nelle Marche, a fronte della miriade di avvisi di garanzia, alla fine quando si tirerà la rete rimarranno alcuni pesci e altri saranno rimessi in mare perché innocenti. È un metodo di indagine redditizio ma quando ci resta coinvolto un innocente, ce lo portiamo sulla coscienza".
4 di Sera, Di Pietro fa impazzire sinistra e manettari: "Le mele marce"
"Serve per dividere i ruoli e i compiti, a ognuno il suo": l'ex magistrato Antonio Di Pietro, intervistato...Lui stesso ha dovuto fare i conti con una vicenda simile: "Quando ho ricevuto un avviso di garanzia ed ero ministro del governo Prodi, mi sono subito dimesso. Io allora mi sentivo di fare così ma oggi non lo rifarei: ero innocente e sono stato prosciolto. Io ho interrotto la mia presenza in quel governo e in politica. Quando c'è invece un discrimine? Quando c'è il rinvio a giudizio. Non perché ti deve sentire colpevole ma per un atto di responsabilità verso chi sta con te al governo e verso l'opinione pubblica". Per Di Pietro però "né Ricci, né Sala credo che si debbano dimettere. Il motivo è semplice: spetta all'accusa dimostrare che Sala ha fatto o ha fatto fare quel che altri hanno fatto per interesse privato e non per interesse pubblico. O che Ricci ha fatto quello per cui lo accusano, per guadagnare dell'utilità illecita. Il consenso politico è il risultato naturale di un'azione politica. Trovatemi un politico che non fa politica per avere consenso, credo che sia la naturale conseguenza. Si deve vedere all'interno di quel fascicolo, quando verranno depositati gli atti, in che cosa consiste il consenso politico. Perché se rimane una mera affermazione generica vuol dire che non è colpevole, ma soprattutto che il reato non sussiste". Infine non manca il passaggio sulla riforma della Giustizia di Carlo Nordio, su cui il Pd fa barricate: "Con questa riforma il pm avrà ancora più potere e ancora più autonomia. Voterò sì al referendum ma vorrei tanto votare no perché ci ha messo il capello Berlusconi, questo ha imbrogliato tutta la situazione".