Il Pd sotto inchiesta mostra la sua anima

E meno male che per il tesseramento 2024 avevano scelto lo sguardo di Enrico Berlinguer, con tanto di citazione “Casa per casa, strada per strada”
di Gianluigi Paragonelunedì 28 luglio 2025
Il Pd sotto inchiesta mostra la sua anima
3' di lettura

E meno male che per il tesseramento 2024 avevano scelto lo sguardo di Enrico Berlinguer, con tanto di citazione “Casa per casa, strada per strada”. Povero Enrico Berlinguer usato come un Che Guevara qualunque in un partito che sembra sempre più la comfort zone per happy hour; del resto, comparata allo sguardo del vecchio segretario, la Schlein sembra la compagna dello spritz. Se si mettono in controluce le inchieste che coinvolgono il Partito democratico e il centrosinistra esce fuori la radiografia perfetta dell’anima di partito. A Milano il sindaco Sala moltiplica le aree edificabili in nome delle riqualificazioni green ma non riscuote gli oneri di urbanizzazione e quant’altro, così quelli fanno i grattacieli, dritti storti o boschivi, e per le fasce basse resta poco o nulla. Così l’esodo dal capoluogo lombardo del lavoratore qualunque e del vecchio Cipputi è naturale, tant’è che l’Atm e l’Amsa non riescono a trovare rispettivamente autisti e spazzini. «Come faccio a lavorare a Milano se i prezzi delle case sono proibitivi?», ti dicono i lavoratori con buste paga da 1.200 al mese. Un tempo a Milano c’era posto anche per noi ora nemmeno più in periferia perché tanto le priorità sono gli stranieri: per loro le attenzioni sono massime, per noi niente».

Quindi? «Quindi andiamo ad abitare fuori e cerchiamo lavoro fuori Milano». A Milano il lavoro c’è: l’azienda trasporto e l’azienda dei rifiuti cercano autisti e “netturbini”. «E quanto costa venire a lavorare a Milano? A Palazzo Marino si fanno mai due conti come celi facciamo noi?». Da Milano a Torino, da Giuseppe Sala a Mauro Laus. Laus è uno degli uomini più potenti del partito cittadino tanto da deciderne le posizioni chiave. Come ha costruito il proprio potere? Beh, diciamo che Laus è noto per essere stato il presidente della Cooperativa Rear, una società multiservizi che si occupa di portierato e vigilanza per conto di partecipate pubbliche, per università e musei. Dopo il 2014 ha mollato la carica a favore di familiari. Per gli intrecci legati alla Rear il deputato del Pd è finito sotto inchiesta e - se i giudici accoglieranno il rinvio a giudizio dei pm - probabilmente sotto processo con accuse pesanti, specie se si considera che Laus aveva anche ricoperto l’incarico di capogruppo del Pd nella commissione Lavoro.

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Con le accuse di infedeltà patrimoniale (in parole povere, l’aver danneggiato il patrimonio di una società per procurare vantaggi a sé o ad altre persone) e di malversazione di erogazioni pubbliche, con Laus si ritrovano pure l’assessore comunale ai Grandi eventi Domenico Carretta e la presidente del Consiglio Maria Grazia Grippo. E il Pd? Solidarizza. E dire che solo nel 2012 i registi Ken Loach ed Ettore Scola rifiutarono (il primo) e restituirono (il secondo) il riconoscimento “Gran Premio Torino” in segno di solidarietà con i lavoratori licenziati proprio dalla cooperativa appaltatrice Rear. Ci fu anche un battibecco acceso tra Loach e il regista vicino al Pd Carlo Mazzacurati: «I lavoratori che sono stati illegittimamente licenziati dal Museo hanno riavuto i loro posti di lavoro? In caso contrario, Mazzacurati sta fornendo una copertura alla dirigenza della cooperativa», aveva polemizzato Loach. Così, traditi i lavoratori, al Pd non è rimasto che affidarsi agli eventi e all’intrattenimento. Come sa bene Matteo Ricci...

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