Vincenzo De Luca attacca FdI? Ecco cosa vuole nascondere

di Simone Di Meovenerdì 1 agosto 2025
Vincenzo De Luca attacca FdI? Ecco cosa vuole nascondere
3' di lettura

Qualcuno fermi Vincenzo De Luca. Nella sua personale estate rovente, il presidente della Regione Campania – fatto fuori dalla legge sul terzo mandato - ha trovato un nuovo bersaglio: Maria Rosaria Campitiello, dirigente del ministero della Salute e responsabile nazionale della prevenzione. In appena due giorni, De Luca l’ha attaccata due volte in pubblico, accusandola prima di incompetenza tecnica e poi di essere il frutto di una presunta parentopoli interna a Fratelli d’Italia. Un affondo che si consuma sullo sfondo di un sistema sanitario regionale disastrato, afflitto da problemi strutturali che difficilmente si risolvono con una conferenza stampa o un affondo polemico. L’ultimo attacco dello Sceriffo (assai poco gentleman) è arrivato ieri. «Sul West Nile non c'è emergenza, ma la cosa che deve invece farci preoccupare è che noi abbiamo come interlocutore nazionale di fronte a una possibile epidemia la professoressa Campitiello, totalmente inadeguata e impreparata per un ruolo così importante, assunta per ragioni di clientelismo politico, per via di parentele».

QUANTI ATTACCHI
Il giorno prima, in occasione di una presentazione scientifica all’Università Vanvitelli, De Luca aveva già attaccato la professionista, accusando il governo nazionale di «ricattare» la Campania, impedendole di uscire dal piano di rientro sanitario. Un’accusa che la Campitiello, presente in sala, aveva rigettato con una risposta misurata e decisa: «Con simpatia ascolto i suoi show, se il presidente ritiene che sia un ricatto politico del governo lo invito a denunciare. Se la Campania può uscire dal piano di rientro, lo dimostrerà il 4 agosto, altrimenti dovremmo aspettare un po’ di tempo». E, di fronte alle rimostranze del governatore Pd, lei non si è lasciata intimidire: «Io sto sul piano tecnico, in ogni caso il 4 agosto vedremo».

Che lo Sceriffo abbia voluto mettere le mani avanti? Che la sanità campana sia allo sfascio non è certo una novità. E nessuno ha mai assunto toni così critici nei confronti del ministero della Salute e dei suoi alti esponenti. Come conferma anche il professor Enrico Gherlone, rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. «Sono anni che collaboro col Dicastero», spiega al nostro giornale, «e ho trovato, in questa nuova governance, che va dal ministro al sottosegretario, a tutti i dirigenti, un modello molto efficiente ed efficace. Quindi l’esperienza fino ad oggi è positiva e fatta con professionisti competenti». Peraltro, il paradosso più evidente degli attacchi scomposti di De Luca è che la Campitiello non risulta direttamente coinvolta nella valutazione del piano di rientro sanitario.

De Luca affonda il Pd, esplode il caso Decaro: "Piccolo problema, niente da dire?"

"Le elezioni regionali in vista nei prossimi mesi stanno diventando il festival della politica politicante, della d...

Le sue funzioni sono di natura tecnica e organizzativa, non deliberativa. E che dire poi dell’accusa di parentopoli (la dirigente è la moglie del viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, possibile candidato del centrodestra in Campania) che rischia di ritorcersi contro lo stesso De Luca? Il figlio Piero siede in Parlamento tra le fila del Partito Democratico, mentre l’altro, Roberto, è stato assessore al bilancio del Comune di Salerno prima di uscire dalla scena politica.

I NUMERI
Il tutto accade mentre la sanità campana è ancora lontana dal potersi dire risanata. I numeri parlano chiaro e non sono a favore dell’amministrazione regionale. Uno studio condotto da Federconsumatori, che ha monitorato il sistema tra il 2023 e i primi mesi del 2024, ha evidenziato che per sottoporsi a un elettrocardiogramma all’Azienda Napoli 1 centro si attendono in media 403 giorni. Altroconsumo ha documentato che più del 30% dei cittadini si trova di fronte a liste d’attesa bloccate. A complicare il quadro è la questione delle risorse umane. Un report pubblicato a gennaio 2025 ha certificato che in Campania ci sono appena 8,5 infermieri ogni mille abitanti, contro una media nazionale di 11,6. Tutti segnali che raccontano una realtà più complessa della narrazione istituzionale. Nonostante le bordate dello Sceriffo e l’uso sistematico della polemica come leva di legittimazione, resta un dato evidente: la Campania continua a essere una delle aree con maggiori criticità sanitarie del Paese.

ti potrebbero interessare

altri articoli di Politica