«Quando è stata l'ultima volta che ti sei ricordato che stai facendo del tuo meglio? Non perfetto, non senza errori, solo il tuo meglio, nel mezzo del caos e del dubbio. È così facile essere severi con se stessi... ma raramente ti fermi a vedere tutte le cose che hai superato, i momenti in cui hai deciso di andare avanti, anche quando sarebbe stato più semplice mollare». All'indomani dell'interrogatorio nel quale per undici ore ha confessato ai magistrati la sua verità, Massimiliano Santini ha lasciato sui social questo lungo post. L'ex uomo di fiducia di Matteo Ricci, con il quale condivide un'indagine per concorso in corruzione legata agli affidi facili del Comune di Pesaro, che il consulente gestiva e l'allora sindaco sottoscriveva nelle delibere comunali, vuole comunicare a tutti, soprattutto a chi lo dovrà giudicare, di avere cambiato strada e vita. La prima scelta del nuovo corso è stata il cambio di avvocato: fuori Paola Righetti, che gli aveva consigliato di non parlare ai pm e in passato ha difeso più di un esponente dem, dentro il siciliano Gioacchino Genchi, ex super poliziotto esperto di informatica ed estraneo a logiche politiche.
La seconda scelta è stata parlare; ed è stato subito accontentato. Di fronte a Maria Letizia Fucci, la toga che aveva avviato l'indagine e che la sta portando ancora avanti, Santini ha squadernato tutto il suo rapporto con Ricci. Nessun pettegolezzo, nessun passaggio sulla casa che l'uomo avrebbe talvolta messo a disposizione del suo capo. Solo la ricostruzione del rapporto personale e di lavoro tra i due, nonché il racconto del suo passaggio, per esplicita volontà dell'attuale candidato del campo largo alla presidenza della Regione Marche, da consigliere eletto del Pd a consulente a contratto del sindaco per gli eventi. È grazie a questo ruolo che, tra le altre cose, l'indagato ha potuto lucrare sugli affidi, come gli contestano i magistrati, e farsi pagare per prestazioni extra, fittizie o meno, come i bonifici per aver inventato e brevettato il nome della festa cittadina, “Il Palio dei Bracieri”, una trovata che gli è fruttata 45mila euro, come da fatture, ma che se non fosse arrivata l'inchiesta avrebbe reso il doppio.
Pd, Matteo Ricci ora trema: il fedelissimo parlerà ai pm
Massimiliano Santini cambia avvocato e anche strategia difensiva. Dal silenzio nell’interrogatorio di dieci giorni...Le fatture sono saldate dall'associazione Opera Maestra, l'associazione, secondo l'accusa creata per volontà di Ricci, che assegnava gli appalti suggeriti da Santini e che aveva messo a disposizione di quest'ultimo una carta di credito che il consulente usava anche per scopi personali. Santini sarebbe stato fatto dimettere dal Consiglio Comunale per schivare un conflitto di interessi, perché non votasse le delibere sugli affidi che il sindaco lo incaricava di trovare. Ma soprattutto, perché poteva dedicarsi completamente alle attività che interessavano Ricci, che seguiva come un'ombra negli eventi pubblici. La tesi difensiva è che il consulente fosse interamente dedicato a mettere in esecuzione ciò che l'attuale candidato governatore gli chiedeva, insistentemente ea volte anche in malo modo, di fare. Perché Matteo era molto pressante.
Nell'interrogatorio sono stati recuperati i dialoghi via sms tra Santini e Ricci riguardo agli affidi. Sembravano perduti, perché il consulente li aveva cancellati, ma i tecnici della Procura, seguendo i suggerimenti di Genchi, li hanno fatti rivivere. Sarebbero importanti ai fini dell'inchiesta ma al momento non sono utilizzabili, perché l'aspirante governatore è ora europarlamentare, quindi non intercettabile. Per questa difesa di Santini ha chiesto ai pm di inoltrare richiesta a Bruxelles per poter utilizzare e allegare agli atti le intercettazioni. Nell'attesa di una risposta dall'Unione Europea- sono procedure lunghe e sicuramente l'inchiesta non produrrà particolari effetti prima del voto regionale del 28 e 29 settembre-, l'indagato avrebbe chiarito il mistero del computer del Comune del quale aveva denunciato lo smarrimento. Conteneva i contratti con Opera Maestra riguardanti l'utilizzo del marchio dei Bracieri.
L'indagato se ne è disfatto e ora non è più rinvenibile. La difesa ha anche prodotto le delibere comunali, a firma del sindaco, con le indicazioni scorrette degli stanziamenti economici: il murales per Liliana Segre passato per opera idraulica e il mega casco di Valentino Rossi in piazza catalogato come intervento per la manutenzione del verde pubblico. Sono delibere che di fatto recepiscono alla lettera le proposte di Opera Maestra suggerite da Santini. Nell'interrogatorio l'uomo si sarebbe anche soffermato sulle posizioni di alcuni dei 23 indagati con lui. Molti di essi sono dirigenti e funzionari del Comune, tra i quali perfino l'ex capo di gabinetto. L'ex consulente avrebbe descritto una situazione in cui gli interi uffici erano dedicati a eseguire la volontà del sindaco rapidamente e senza troppe discussioni. Il guaio è che, nell'attendere ai loro compiti e nel soddisfare le richieste che arrivavano dall'alto qualcuno avrebbe commesso una serie di illeciti, che secondo i magistrati erano funzionali alla strategia di Ricci di accrescere il proprio consenso, quella “utilità non patrimoniale” che per le toghe è il fondamento della contestazione all'ex sindaco del reato di concorso in corruzione.
C'è molta nuova carne al fuoco; ma la sensazione è che siamo all'inizio di un capitolo lungo, che non sortirà i propri effetti prima del voto per la presidenza. Da capire poi quanto le 11 ore di racconto di Santini alla Procura abbiano davvero complicato ulteriormente la posizione processuale di Ricci. Il candidato comunque al momento procede con la sua strategia: discolparsi da tutto, dire che non si occupava di nulla, scaricare ogni responsabilità sui suoi elettori e fare come se nulla fosse. L'europarlamentare dem continua a chiedere al suo rivale, il presidente uscente Francesco Acquaroli, un confronto pubblico prima del voto, accusandolo di scappare.
Ma il candidato del centrodestra ha deciso di non cavalcare l'inchiesta contro il sindaco, che sarebbe il piatto forte di un eventuale faccia a faccia. Questo non esclude però che, a seguito della deposizione di Santini, i magistrati non allarghino l'ambito dell'inchiesta, magari con nuovi indagati o chiedendo qualche provvedimento che tuteli il loro lavoro. Nei giorni scorsi è stato ascoltato come persona informata dei fatti il presidente dem del Consiglio Comunale, Enzo Belloni. L'estate è tornata rovente a Pesaro e in tanti sudano, non solo per il clima.