«Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi». La citazione, tratta dai Cori da La Rocca di Thomas Stearns Eliot, è il titolo scelto per la 46ª edizione del Meeting di Comunione e Liberazione che apre oggi a Rimini. Un appuntamento che, come ogni anno, trasforma la città romagnola in un laboratorio di idee, dibattiti e testimonianze, e che vedrà i suoi lavori inaugurati da Mario Draghi. Toccherà invece e Giorgia Meloni chiudere la kermesse che in questa edizione vanta la presenza di ben 13 ministeri. II vicepremier Antonio Tajani interverrà domenica su “La presenza della comunità cristiana in Siria”, mentre Matteo Salvini, martedì 26 parlerà di infrastrutture e trasporti. Completeranno la delegazione governativa a Rimini i ministri Giorgetti, Valditara, Urso, Piantedosi, Abodi, Lollobrigida, Pichetto Fratin, Schillaci, Giuli, Locatelli e Foti.
L'ex presidente del Consiglio Draghi torna al Meeting tre anni dopo l'ultima partecipazione che risale a quando era appena stato chiamato a guidare il governo. La sua voce aprirà un'edizione del meeting che guarda all'Europa con la consapevolezza delle sfide in corso: la transizione energetica, le politiche industriali, la sicurezza, la capacità di restare unita in un mondo scosso da guerre e rivalità economiche. Quanto alla premier Meloni, attesa il 27 agosto, sarà la sua prima volta al Meeting da capo del governo, dopo la partecipazione in passato come leader di Fratelli d'Italia. Interverrà senza traccia prestabilita, lasciando spazio a un confronto aperto, ma il suo “debutto” assumerà un valore politico evidente: portare la voce del governo in una platea attenta al sociale, all'economia, alla cultura che in oltre quarant'anni di storia ha saputo dare spazio a interlocutori di orientamenti diversi.
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A Ferragosto anche i premier si riposano. E così è accaduto a Giorgia Meloni, che si è concessa un ...Ma l'edizione 2025 si distingue per il richiamo alla pace e alla giustizia: il Meeting accoglie l'appello di Papa Leone XIV per una giornata di digiuno e preghiera oggi, 22 agosto, dati che coincidono con l'apertura alle 12 del convegno “Madri perla pace” con testimonianze dirette dal conflitto israelo-palestinese. «Non possiamo più permetterci di resistere al Regno di Dio, che è un Regno di pace», scrive Papa Leone XIV al vescovo di Rimini Nicolò Anselmi, nel messaggio per il Meeting. E dove i responsabilità degli Stati e delle Istituzioni internazionali «sembrano non riuscire a far prevalere il diritto, la mediazione e il dialogo, le comunità religiose e la società civile devono osare la profezia». Una profezia che chiede di abbandonare «l'idolatria del profitto» che ha compromesso la giustizia e la pace, per «servire il Dio Vivente», e tradurre il Vangelo «in forme di sviluppo alternative alle vie di crescita senza equità e sostenibilità».
Così «il deserto diventa un giardino» e la «città di Dio», preannunciata da Sant'Agostino, «trasfigura i nostri luoghi desolati». Il tema della pace dunque attraverserà tutta la kermesse di Comunione e liberazione, con le testimonianze dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, premi Nobel per la Pace 2024, e approfondimenti sulla presenza cristiana in aree di conflitto come Siria, Sud Sudan e Ucraina. L'Europa resta il secondo grande capitolo: insieme a Draghi e Meloni, prenderanno la parola la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il commissario Raffaele Fitto, Enrico Letta e numerosi parlamentari. Il confronto sul futuro dell'Unione sarà dunque una delle architravi del programma, con un titolo che richiama esplicitamente la necessità di “nuovi mattoni” per costruire una casa comune capace di reggere le tempeste geopolitiche ed economiche.
Non mancheranno le riflessioni su economia e società: dal ruolo dei corpi intermedi nel garantire un welfare inclusivo, al tema dell'accoglienza e del lavoro che vedrà confrontarsi il ministro Piantedosi e il presidente dell'Emilia-Romagna De Pascale. La presenza di diversi governatorii, guidati dal presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga, conferma il Meeting come luogo di confronto istituzionale a tutto tondo. Sul versante religioso e spirituale spiccano la presenza del Patriarca ecumenico Bartolomeo, in occasione dei 1700 anni dal Concilio di Nicea, e del cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI. Saranno loro, insieme a monsignor Erik Varden, vescovo di Trondheim, a ricordare come la radice cristiana dell'incontro non sia mai venuta meno, pur aprendosi a un orizzonte universale. «È possibile intraprendere qualcosa di nuovo anche quando le condizioni sono avverse», ha detto Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting. È il filo conduttore che attraversa il programma: raccontare storie di uomini e donne che non si sono arresi davanti ai deserti del presente, ma hanno trovato la forza di costruire, mattone dopo mattone.