Pd, la guerra con Emiliano: Decaro verso il ritiro, a chi pensano al suo posto

domenica 24 agosto 2025
Pd, la guerra con Emiliano: Decaro verso il ritiro, a chi pensano al suo posto

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Dopo giorni di silenzio, puntellate però da retroscena che quotidianamente raccontavano di un dissidio sempre più forte tra l’ex pupillo, Antonio Decaro, e il suo mentore, Michele Emiliano, ora governatore, seguite da interviste dell’uno contro l’altro, dal conseguente stallo del centrosinistra e quindi da una irritazione sempre più forte del Nazareno, Decaro, europarlamentare del Pd, da tempo designato per la successione di Emiliano, ha deciso di parlare. «Sono pronto a candidarmi alla presidenza della Regione Puglia», ha scritto in un lungo post sui social, ma «voglio essere un presidente libero, capace di assumermi fino in fondo la responsabilità delle scelte. Non voglio essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto.

La Puglia non ha bisogno di un presidente a metà». L’ex sindaco di Bari, attualmente presidente della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, ha messo le carte in tavola: si candida, come fatto capire nei giorni scorsi, prima ufficiosamente, poi sempre più scopertamente, ma alla condizione che Emiliano, l’uscente, non si candidi. Perché una sua presenza in consiglio regionale sarebbe, per lui, una sorta di commissariamento: «Credo di avere l’esperienza necessaria e un grande amore per questa terra e la sua gente. Ma non basta», scrive Decaro, chiarendo che «per candidarmi devo sapere di poter guidare la Regione davvero, con piena libertà, guardando avanti e non indietro. Con il coraggio e la responsabilità di scrivere una pagina nuova», dice riferendosi ai predecessori Emiliano e Nichi Vendola.

Nei confronti di entrambi, continua, «mi legano stima e affetto sinceri, oltre che una storia comune di cui sono orgoglioso e che non rinnego». Assicura che «non è una questione personale. È una questione politica, nel segno del rinnovamento», ribadendo che «non sono abituato a litigare, a protestare, a sgomitare per un posto al sole. Sono abituato a lavorare». L’europarlamentare rivendica, quindi, di aver scelto finora «la strada del silenzio e del rispetto, nei confronti de partiti, e dei pugliesi. Che oggi, però, meritano parole chiare». Quindi, l’ultimatum: «Se non ci saranno le condizioni per tornare in Puglia, continuerò a lavorare in Europa, sostenendo lealmente il candidato progressista alla guida della Regione. Perché nessuna ambizione personale può venire prima del bene più prezioso: il futuro dei pugliesi». Tradotto: se loro si candidano, io non mi candido. La loro presenza restringe la mia libertà.

Dal Nazareno, nessun commento. Tra i dem pugliesi, però, la convinzione è che Decaro abbia già deciso di non candidarsi, avendo altri progetti, e che stia cercando una via di uscita. «Vuole sfidare Schlein al congresso. Per farlo, è meglio per lui stare a Bruxelles che sporcarsi le mani in Puglia...», si dice. Anche perché non è così scontato che il centrosinistra rivinca. I problemi ci sono. Le inchieste di questi mesi hanno sfiorato una serie di nodi irrisolti. E poi, se anche vincesse, governare una regione, si ragiona tra i dem pugliesi, è sempre complicato.

Soprattutto lo è la Puglia dove, diversamente dalla narrazione attuale, non è tutto rose e fiori. Soprattutto nella sanità. E si dice sia stato proprio questo dossier a dividere Decaro da Emiliano. «Se io vengo eletto, cambio tutto. Non è vero che le cose funzionano», avrebbe detto in questi giorni Decaro a chi lo ha sentito.

Il fatto è che Emiliano considera la sanità una materia di cui, invece, il suo successore dovrebbe andare orgoglioso. Tanto che già ventilava possibili nomi di assessori, in caso di vittoria.

In tutto questo, Schlein è irritata per il pasticcio che i due stanno creando in una regione la cui vittoria sembrava scontata. Martedì mattina ha mandato a Bari il fido Igor Taruffi per incontrare, insieme al segretario regionale del Pd Domenico De Santis, Antonio Decaro e Michele Emiliano nel tentativo di dirimere la questione. Taruffi ha chiesto a Decaro e a Emiliano di trovare un accordo. Per il bene della Puglia, del Pd, del centrosinistra. Impossibile per Schlein, ha messo in chiaro, porre veti su questo o quello. Non sarebbe né possibile, né ragionevole. Anche nel Pd pugliese il tira e molla ha provocato malumore.

A questo punto, dopo il post pubblicato, è probabile un ritiro di Decaro. E la casella pugliese per le elezioni regionali tornerà in alto mare. Ma il tempo per aggiustare la situazione è poco. Si parla come possibile candidato presidente di Francesco Boccia, uno degli uomini più vicini a Schlein, attualmente capogruppo del Pd al Senato.