Bologna, cortocircuito rosso tra pipe per il crack e appelli al governo contro lo spaccio

Nel giro di pochi giorni il comune Pd guidato da Lepore cade in un clamoroso controsenso
di Gianluigi Paragonemercoledì 3 settembre 2025
Bologna, cortocircuito rosso tra pipe per il crack e appelli al governo contro lo spaccio

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La droga fa brutti effetti. Infatti capita che nel giro di pochi giorni la rossa Bologna passi dal distribuire gratuitamente pipe per fumare meglio il crack al chiedere al governo più fermezza contro gli spacciatori nel quartiere della Bolognina. Una splendida torsione, se non fosse che nel girarsi e rigirarsi poi uno perde l’equilibrio. Pochi giorni fa avevamo raccontato l’idea del Comune guidato dal centrosinistra di comprare (coi soldi del contribuente) delle pipe da crack e distribuirle ai consumatori seguiti dai servizi sociali. «Una sperimentazione finalizzata a ridurre il danno creato dalla condivisione dei materiali usati per inalare il crack», avevano spiegato assessorato e partito. Insomma, invece di impegnarsi nel rompere il circuito dello spaccio, la priorità del Comune sembra essere quella di far fumare meglio i tossici, i quali ovviamente continueranno a comprare roba alimentando il mercato.

Quel mercato che però deve aver rotto abbondantemente le scatole ai residenti della famosa Bolognina evidentemente stressati da strani giri e dal degrado generato dallo spaccio. «Il governo deve intervenire» hanno tuonato i deputati del Pd Andrea De Maria e Virginio Merola anticipando una interrogazione parlamentare per invitare il governo a fare piazza pulita di spacciatori e delinquenti. Non solo. A sostegno della richiesta, Merola e De Maria hanno anche esaltato l’azione della loro amministrazione comunale nel voler ripristinare la sicurezza in città. «L’amministrazione comunale di Bologna - hanno dichiarato i due deputati - ha denunciato con grande forza le situazioni di illegalità, legate allo spaccio, in particolare alla Bolognina. Con riferimenti molto precisi al ruolo di organizzazioni criminali (...). Il Governo assuma tutte le azioni di sua competenza, in materia di ordine pubblico».

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Ora, come i due parlamentari piddini pensino di poter conciliare la linea della fermezza con quella “pipaiola” (nel senso di pipe per far fumare ai tossici il crack in sicurezza) è un mistero, la confusione sotto le due torri dev’essere parecchia. Soprattutto se si pensa che la stessa amministrazione comunale se l’è presa con la Prefettura colpevole di non contrastare in maniera efficace i «gruppi organizzati di nazionalità nigeriana» che secondo le testimonianze raccolte «tengono tra le mani la regia dello spaccio in alcune strade della Bolognina». I compagni hanno scoperto la mafia nigeriana e la sua capillarità nel controllo dei territori. E vorrebbero pure spiegarlo al Viminale che ha dossier scrupolosi e aggiornati in merito alle ramificazioni e alle loro connessioni criminali con la ‘ndragheta e i cartelli internazionali del narcotraffico. Hanno fatto un dossier, i compagni, da consegnare alla Procura sullo spaccio in Bolognina, sostenendo che «la zona rossa predisposta dalla Prefettura non sta funzionando» e che servono interventi duri. 

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Beh, che dire? Ci siete arrivati: sì i nigeriani controllano lo spaccio e hanno assoldato tutti quegli extracomunitari che sembrano non fare un cavolo tutto il giorno e invece - spesso - hanno una funzione di controllo di strade, piazze e giardini. Per sgominarli però bisogna rompere ogni pezzo del mercato delle droghe e quindi iniziative come la distribuzione delle pipe per fumare in sicurezza è un messaggio opposto rispetto alla richiesta fatta al governo. O si combatte lo spaccio disturbandolo e rompendo le relazioni oppure si regalano le pipe: sono due politiche incompatibili. Ma evidentemente nel tentativo di non disturbare l’ala sinistra e nello stesso tempo apparire rigorosi a chi chiede più sicurezza nei quartieri, capita di fare una capriola di troppo, perdere l’equilibrio e inciampare sui propri stessi piedi.