Si ricomincia dalla Toscana. Da qui, spera il Pd e tutto il centrosinistra, deve partire la rivincita, la riscossa, la notizia buona dopo due elezioni finite male. La Toscana, ieri e oggi al voto, è per il centrosinistra l’uscita dal tunnel di una tornata elettorale che doveva essere la prova generale della spallata a Giorgia Meloni e al centrodestra mentre si è trasformato, per ora, nel test che ha disvelato tutti i problemi e i nodi irrisolti della coalizione progressista. A differenza delle altre volte, gli animi sono piuttosto sereni. Anche se i patemi non mancano. Solo che sono spostati all’interno della coalizione. Il punto è capire i risultati di lista. Posto che difficilmente il centrosinistra perderà la Regione, resta da capire chi ne uscirà più forte e chi più debole. Si vota anche oggi fino alle 15, quindi la giornata di ieri è stata di silenzio e di riposo. L’unico dato su cui si può riflettere è quello dell’affluenza, alle 12 era inferiore al 10%, quasi cinque punti sotto quella di cinque anni fa (9,95% contro il 14,67% del 2020). Alle 19, invece, si attestava al 28,17 per cento. Nel 2020, alle precedenti elezioni regionali, alla stessa ora, aveva votato il 36,28 per cento. La provincia con il dato di affluenza più alto è quella di Firenze con il 31,66 per cento (era 39,74 cinque anni fa), la più bassa Massa Carrara col 22,91 per cento (30,98). A Pistoia l’affluenza è stata del 29,95 per cento (35,77 nel 2020).
INCOGNITA A 5 STELLE
A livello cittadino, invece, la palma di capoluogo dove si è votato di più è proprio Pistoia, la città dove è sindaco Tomasi, il candidato governatore del centrodestra. Record positivo con il 34% di affluenza, un punto in meno del 2020. Segno, è la lettura degli addetti ai lavori, del richiamo del primo cittadino e quindi del suo partito, Fratelli d’Italia e degli alleati, per portare i “suoi” alle urne. Il governatore uscente, Eugenio Giani (Pd), ha passato la domenica a casa, dopo un sabato dal barbiere e a toccare gli ultimi angoli della regione (su Instagram ha postato un lancio in una bocciofila). Il centrodestra spera nel “colpaccio” con il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, di Fratelli d’Italia, consapevole però che, nonostante i due successi di Francesco Acquaroli nelle Marche e Roberto Occhiuto in Calabria, quella della Toscana è una partita molto difficile. Sulla carta, Giani è decisamente il favorito, ma il centrodestra ha deciso di crederci e puntarci fino alla fine, tanto che a chiudere la campagna elettorale, a Firenze, ci sono stati venerdì tutti i leader, dalla premier Giorgia Meloni ai due vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, fino a Maurizio Lupi di Noi Moderati.
Il centrosinistra, come nelle altre regioni, non è riuscito a mettere su un palco tutti i leader della coalizione. L’altro punto dolente è il Movimento 5 Stelle che fino all’ultimo è stato restio ad appoggiare un governatore al quale faceva opposizione dal 2020. Poi le ragioni dell’unità hanno prevalso e anche il M5S ha fatto la sua parte. Ma è una partita, questa, che Giani sa di poter vincere anche senza di loro. Forte del consenso che ha e che ha alimentato con una presenza capillare in ogni paese, anche il più sperduto, della regione. Nel 2020, Giani ha vinto con il 48,62% e oltre 8 punti di scarto sull’allora sfidante Susanna Ceccardi, della Lega, rimasta ferma al 40,46%. Un risultato raggiunto con il 62,60% di affluenza tra gli aventi diritto, cifra che difficilmente sarà raggiunta questa volta. Ai due candidati di centrosinistra e centrodestra, si aggiunge Antonella Bundu, per la lista di sinistra Toscana Rossa.
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«L’emozione è forte, anche perché è evidente che il voto rappresenta una espressione di diritto che in qualsiasi occasione, in qualsiasi momento, esprime la tua volontà rispetto al bene della società e quindi votare per me è sempre un’emozione. Poi quando sei coinvolto direttamente penso sia comprensibile quando questo avviene», ha detto Giani, parlando con i giorni all’esterno della Scuola Primaria San Francesco a Sesto Fiorentino dove ieri mattina ha votato, insieme a sua moglie Angela, intorno alle ore 10.20. «$ stata una campagna elettorale costruttiva, ha prevalso il confronto sui temi rispetto alle risse, che pure talvolta negli ultimi giorni ci sono state, ma che sostanzialmente si è concentrata sui temi della Toscana e conseguentemente sulle capacità, le proposte, le indicazioni per il governo e la regione e di questo sono contento perché è bene che sia cose». Alessandro Tomasi, invece, ha votato intorno alle ore 11.30 di ieri, alla Scuola Primaria Roccon Rosso a Pistoia, città dove abita e di cui è sindaco dopo decenni di predominio rosso.
Roberto Vannacci ha postato sui social la sua foto alle urne. E riprendendo la gaffe di Giani che a Un giorno da pecora aveva allargato i confini della sua terra alla Lombardia, punge così il governatore uscente: «Dimenticavo, sono in Toscana e non rischio di sconfinare in Lombardia». Sudi lui, che ha avuto un ruolo di primo piano nella campagna elettorale, sono accesi i riflettori. Dallo scrutinio di oggi si conteranno i consensi avuti dai nomi che ha scelto nelle liste della Lega. Nel centrodestra sarà sfida tra Lega e Forza Italia per la seconda piazza nella coalizione. E nel campo opposto la partita è tra i rossoverdi di Alleanza Verdi Sinistra e i renziani riuniti nella “Casa riformista”. Oggi dopo le 15 si capirà innanzitutto se ci sarà un secondo turno o no. La legge regionale toscana, infatti, prevede che se nessuno arriva al 40% più uno dei voti, si va al ballottaggio tra i primi due. Un’eventualità difficile. $ previsto anche il voto disgiunto.