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Romano Prodi, manovre al centro: cosa può accadere il 15 novembre

di Elisa Calessisabato 1 novembre 2025
Romano Prodi, manovre al centro: cosa può accadere il 15 novembre

3' di lettura

Nella magmatica terra di mezzo, anzi di centro, che in tanti stanno solcando, una data è cerchiata in rosso: 15 novembre. Quel giorno, infatti, è prevista un’assemblea organizzativa dei comitati Più Uno, quelli che l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Ruffini, sta fondando da ormai un anno in tutto il Paese. L’appuntamento ha anche un titolo: “Chi sceglie di esserci, sceglie di contare”. E la foto di sfondo è quella di un circuito di corsa, con le postazioni di partenza di quella che potrebbe una gara di mezzofondo o anche più lunga. Icona interessante che ben spiega lo spirito di Ruffini, molto simile persino a livello simbolico di quello che è il suo padre politico, Romano Prodi. Non è tempo di centometristi, ma piuttosto di maratoneti, di mezzofondisti, di gente che sa faticare, pazientare e guardare lontano. Per ora l’appuntamento ha il profilo di una riunione organizzativa, infatti nel sito Più Uno è descritto come “evento riservato ai responsabili dei comitati Più Uno”. Ma non è detto che non diventi un’occasione pubblica, più mediatica.

Il fatto è che tra la stella Silvia Salis (sempre più corteggiata dai media nazionali), l’exploit di Alessandro Onorato e il lavorìo di Matteo Renzi (unico a poter vantare un’infrastruttura nazionale, data da Italia Viva), da un po’, infatti, non si parlava più di Ruffini. Il quale, però, non è affatto scomparso. Tutt’altro. E persino le sue assenze sono una notizia. Non è andato, per esempio, alla Leopolda, dove invece c’erano Salis, Onorato e Gaetano Manfredi. Così come non è andato all’evento di Onorato. Segno eloquente del fatto che Ruffini, che pure è amico di Renzi ed è stato uno dei volti della Leopolda dei bei tempi, non intende partecipare per ora alla Casa riformista lanciata dal leader di Iv.

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Prosegue, per ora, per la sua strada. Sostenuto, sia pure dietro le quinte, dall’appoggio di Prodi che, tra tutti i tentativi che stanno nascendo al centro, senza dubbio è a quello di Ruffini che guarda con più interesse e simpatia. Anche perché con Ruffini l’ex premier ha una comunanza culturale, storica, umana molto profonda. Anche se, per ora, non è arrivata una benedizione pubblica, esplicita. Ed è questa la variabile su cui, nella terra di mezzo, in molti si interrogano: Prodi benedirà pubblicamente il tentativo di Ruffini e quando? Oppure si limiterà, come ora, a sostenerlo privatamente? Variabile non da poco. Diversamente, infatti, il progetto dell’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate rischia di essere schiacciato dalla concorrenza di Onorato, Renzi e, forse, Salis.

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La terra di mezzo del centro del centrosinistra è attraversata da tante personalità, ciascuna con un suo progetto. Ma non emerge ancora una reale iniziativa verso una federazione, una unità. Renzi ha provato a lanciare il sasso, a offrire un simbolo, persino una rete organizzativa. L’appello, però, è caduto nel vuoto. Del resto non ci sono solo Onorato, Renzi e Salis. Ci sono gli ex popolari di Pierluigi Castagnetti. O i cattolici democratici di Beppe Fioroni, ex ministro e tra i fondatori della Margherita, ispiratore del giornale online Il Domani d’Italia, diretto da un altro ex parlamentare della Margherita, Lucio D’Ubaldo, foglio che tiene vivo il nome della testata fondata da Romolo Murri, espressione del cattolicesimo popolare e democratico. In questo mondo è in corso un dibattito sul da farsi che vede confrontarsi opinioni diverse. C’è chi pensa, come Ruffini, che bisogna costruire un soggetto di centro alleato del Pd, che partecipi a eventuali primarie di coalizione, ma lontano dall’egemonia renziana o dal luccichio mediatico di Salis. 

C’è chi ritiene, invece, che un’operazione di questo tipo rischia essere un mero spostamento di consensi all’interno del recinto del campo largo, quindi a somma zero mentre serve sganciarsi e nuotare in mare aperto. Solo che al centro c’è già Azione di Carlo Calenda, che però ha una ispirazione nettamente liberale. In tutto questo, in tanti aspettano le mosse di Prodi, in queste settimane tornato protagonista. Cosa farà? Chi benedirà? Ieri, intanto, si è fatto sentire ma solo per una amara smentita: l’oggetto è un retroscena apparso sul Foglio secondo cui, perle elezioni europee di un anno fa, avrebbe manifestato la disponibilità a candidarsi, respinta da Elly Schlein e da Stefano Bonaccini. Dopo l’ex premier, hanno smentito con forza anche la segretaria e il presidente.