Comunista per sempre e senza alcun ravvedimento. A Pechino sono andato "a festeggiare gli ottant'anni della vittoria del popolo cinese nella sua liberazione, e la vittoria della guerra contro il fascismo e il nazismo. Così era scritto sull'invito".A dirlo è l'ex premier Massimo D'Alema in un'intervista sul Corriere della Sera, dopo le polemiche per la sua partecipazione alla parata militare organizzata per gli 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. "Putin è stato ricevuto con maggiori onori negli Stati Uniti che in Cina. Le ricordo che nella guerra al nazifascismo i russi hanno avuto venti milioni di morti; che la Russia fosse rappresentata mi pare abbastanza inevitabile", sottolinea.
Quanto alla presenza del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, D'Alema replica: "C'era il presidente del Parlamento sudcoreano. Qualcuno che avesse maggiore conoscenza e animo più sereno avrebbe notato molti rappresentanti di governi democratici, dall'India all'Indonesia... I leader occidentali hanno commesso un errore. A Pechino era rappresentato, ci piaccia o no, l'80% del genere umano. Isolare l'80% dell'umanità è un'impresa difficile. Mi fa riflettere un certo imbarbarimento".
Venezuela, attacco imminente degli Usa: in arrivo la portaerei Ford
Clima sempre più teso in Venezuela. L'amministrazione del presidente americano Donald Trump avrebbe deci..."Il dialogo" con il Sud del mondo "è obbligatorio. È nel nostro interesse. L'alternativa è lo scontro. Questi Paesi non sono predisposti allo scontro con l'Europa (non so con l'America). Vogliono la collaborazione. I cinesi si muovono in modo non ostile verso un Paese come l'Italia. Ogni spazio di collaborazione che si apre dovrebbe essere colto. A loro ho sempre detto: non potete più invocare la scusa che siete in via di sviluppo; siete una grande potenza, dovete prendervi le responsabilità di una grande potenza", insiste D'Alema.




