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Roberto Fico, scorta anche in aereo: scoppia la polemica per le spese del contiano

di Simone Di Meolunedì 10 novembre 2025
Roberto Fico, scorta anche in aereo: scoppia la polemica per le spese del contiano

3' di lettura

Bello Fico. Nel senso di Roberto, il grillino che ieri ha trovato il tempo e la voglia di rilasciare cinque diverse dichiarazioni alle agenzie – da Mamdani all’autonomia, passando per l’immancabile patrimoniale e altro ancora – senza però proferire una sola sillaba sullo scoop di Libero. Quello sui costi esorbitanti – circa centomila euro – della sua scorta romana. Un dispositivo di protezione che, come abbiamo raccontato, è stato tenuto in piedi per l’ex presidente della Camera e attuale candidato della sinistra alle regionali in Campania, per ben diciotto mesi, malgrado le disposizioni dell’Ucis impongano, in casi simili, una diversa organizzazione del servizio. Accanto all’assegnazione standard di un poliziotto napoletano durante le sue trasferte nel capoluogo, era stato infatti aggiunto un agente proveniente dall’Ispettorato della Camera dei deputati. Una scorta mista, insomma. Una formula rara, costosa e discutibile. Soprattutto perché Fico in questione non ricopriva più alcun incarico istituzionale. Ma il privilegio, quando si è grillini di rango, ha il sapore dolce della Casta.

Come dimostra addirittura un’altra circostanza, ricostruita dal nostro giornale: è capitato che Fico, non pago della formula personalizzata della sorveglianza a terra, abbia chiesto e ottenuto la presenza del suo personale “legionario romano” anche in cielo. Il poliziotto romano prendeva, infatti, con lui i voli di linea, a carico dello Stato, purché la compagnia autorizzasse l’imbarco di personale armato. In caso contrario, il nostro eroe pentastellato partiva da solo – il che solleva un interrogativo: se la minaccia è incombente tanto da giustificare l’accompagnamento addirittura a bordo, è giusto scaricare sugli altri cittadini questo rischio? – salvo poi ritrovare la tutela al gate di destinazione. L’assurdo della scorta mista terra/cielo è andato avanti per un anno e mezzo, e a pagare il conto dei poliziotti romani sono stati i contribuenti: biglietti per aerei e treni, straordinari, vitto, indennità e alloggio in albergo. Non uno qualsiasi: uno dei più noti di Posillipo, il quartiere dove lo stesso Fico ha residenza. Un hotel non nuovo ai riflettori, peraltro. Anzi: negli anni Novanta quelle stanze furono teatro delle leggendarie notti infuocate di Diego Armando Maradona, tra prostitute d’alto bordo, coca e champagne. Lo dicono gli atti giudiziari, non i pettegolezzi.

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La questione, naturalmente, ha scatenato una tempesta politica. Il deputato Pino Bicchielli (Fi), presidente della Commissione d’inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico: «I fatti dimostrano che i 5 Stelle, una volta arrivati al potere, sono diventati esattamente ciò che dicevano di combattere: burocrati del privilegio e professionisti dell’ipocrisia. Fico non è un esempio di sobrietà, ma l’emblema di una doppia morale che ha ingannato per troppo tempo gli italiani». Stoccata anche da Antonio Baldelli, deputato di Fratelli d’Italia, che ha trasformato lo slogan pentastellato in un boomerang: «Da “uno vale uno” a “uno con la scorta da 100mila euro”. Altro che umiltà e coerenza: l’ex presidente della Camera si fa seguire a Napoli da una scorta romana, scelta su misura, in barba alla legge e a spese dei cittadini. I grillini dicevano di voler aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Alla fine si sono trasformati nel tonno con l’autista». E se la politica affonda il bisturi, il giornalismo non resta a guardare.

Salvo Sottile, volto della trasmissione d’inchiesta Far West su Rai3, sui suoi social ha parlato di un «ritorno in scena che stride con quell’immagine originaria del “grillino dell’autobus” – simbolo di un’Italia che voleva liberarsi dei privilegi – oggi sostituita da una auto blu con vista mare su Posillipo». Ciò che stupisce, però, non è tanto la forzatura procedurale. È la disinvoltura con cui l’ex presidente della Camera ha continuato a esibire un’immagine di rigorismo etico mentre dietro le quinte si avvaleva di scelte fuori norma, in totale contraddizione con il verbo pentastellato e con le norme del Dipartimento di pubblica sicurezza.
Bello Fico. Bello far finta di nulla.