Giuseppe Conte si accomoda sulla poltroncina dello studio di Di Martedì su La 7 e le spara davvero grosse. Nel mirino, come sempre, c'è Giorgia Meloni: "E' facile per Meloni avere oggi il consenso: questo governo ha occupato e controlla direttamente o indirettamente almeno l'80% dell'informazione, tv e carta stampata". Poi nel giorno in cui è stata scoperta l'ennesima truffa col Superbonus, ecco che l'ex premier si gioca la carta della supercazzola: "Possiamo dire che si tratta di una ipocrisia indecente, perché' la meta' della squadra di governo ha usufruito del superbonus e dei bonus edilizi".
Non ne prende una. Infatti proprio qualche minuto fa Pasquale Stanzione, Garante delle Parivacy, ha fatto sapere che il Collegio non si dimetterà come invece chiesto da 5s e Pd. E Conte cosa fa? Chiede di nuovo le dimissioni: "Noi non trascuriamo nulla, le risultanze che sono uscite ci hanno spinto a dire che il Garante della Privacy deve essere azzerato".
Meloni contro la Cgil: "Cosa fa il venerdì?”, poi l'affondo su Conte
"Non ci sono risultati già scritti in partenza. Non ci sono destini già scritti": lo ha det...Infine fa un terzo autogol, questa volta mettendo a rischio addirittura la tenuta politica della sua coalizione rispendendo al mittente le proposte di una patrimoniale così come la vuole il Pd e anche la Cgil: "Noi non trascuriamo nulla, le risultanze che sono uscite ci hanno spinto a dire che il Garante della Privacy deve essere azzerato". Insomma in 10 minuti, l'ex premier mette a segno ben tre autogol su Superbonus, Garante e patrimoniale. Contento lui...




