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OPINIONE

La sinistra vince il triplete delle bufale

di Mario Sechivenerdì 14 novembre 2025
La sinistra vince il triplete delle bufale

2' di lettura

L’anno si chiuderà con l’approvazione della legge di Bilancio e le elezioni in Veneto, Campania e Puglia. Il nuovo anno si presenterà tra marzo e aprile con il giro di boa del referendum sulla riforma della Giustizia. Un filo rosso unisce il tris: la campagna demagogica della sinistra sui conti della manovra e sulla spesa delle Regioni, l’uso della bugia sulla riforma della giustizia. Il marchio di fabbrica dell’opposizione è un “fake”. Pd e Cinque Stelle parlano di una legge di Bilancio per «i ricchi» che in realtà sono il ceto medio che paga le tasse (chi dichiara oltre 35mila euro, appena il 17% dei contribuenti, paga più del 63% dell’Irpef) e promettono una pioggia di sussidi per il Mezzogiorno. Elly Schlein e Giuseppe Conte ignorano la realtà.

Guardiamo i dati Istat-Bankitalia del 2023: aggredire i «patrimoni» significa alzare il prelievo sulla casa (che rappresenta il 45% della ricchezza lorda degli italiani), gli immobili non residenziali (5.5%), il risparmio gestito (14.7%), le azioni (13,4%) e i depositi (12,8%). Tutti ampiamente tassati.

Anticipo l’obiezione, ma la sinistra vuole colpire i grandi patrimoni. Bene, quale sarà l’effetto della caccia ai «ricchi»? Quello di innescare una robusta fuga di capitali e deprimere il settore immobiliare. Milano, la città più dinamica d’Italia (il cui sviluppo è stato frenato da una surreale inchiesta della magistratura) sarebbe colpita da uno tsunami finanziario e le altre metropoli ne seguirebbero il declino.

L’elezione di Zohran Mamdani a sindaco di New York sta alimentando l’utopia neo -comunista, ma come ammonisce il Wall Street Journal, i ricchi se ne andranno in Stati che sono pronti ad accoglierli e se è vero che gli immobili non si spostano, è invece certo che sono «finanziariamente mobili, in quanto il loro valore può aumentare o diminuire». Una vecchia regola del giornalismo recita «follow the money» e seguendo i soldi, la spesa promessa nel Mezzogiorno, gli emendamenti che saranno presentati alla manovra, le bugie sulla riforma della giustizia (il cui buono o cattivo funzionamento ha pesanti conseguenze economiche) ne viene fuori il ritratto di una sinistra bancarottiera che non può governare l’Italia.