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Fontana e Zaia firmano l’Autonomia? Subito più risorse per la Sanità

Tra Lombardia e Veneto si libererebbero circa 900 milioni di euro da investire in servizi e incentivi per medici e infermieri. E Calderoli promette: "Previsti anche più finanziamenti"
di Fabio Rubinimercoledì 19 novembre 2025
Fontana e Zaia firmano l’Autonomia? Subito più risorse per la Sanità

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Sull’asse Venezia-Milano c’è chi- Luca Zaia- rispolvera la penna con la quale firmò l’indizione del referendum del 22 ottobre 2017; e chi- Attilio Fontana- si commuove ricordando il suo predecessore e amico, Roberto Maroni «senza il cui coraggio oggi non saremmo qui». Per Veneto e Lombardia, ma soprattutto per la Lega, quello di ieri è stato il “D-Day” dell’Autonomia differenziata, il giorno in cui il “generale” Roberto Calderoli è sbarcato al Nord con le pre-intese che promettono di cambiare per sempre il ruolo delle Regioni. Il giorno in cui il sogno nato dalla visione di Bossi oltre quarant’anni fa, si avvicina concretamente alla sua realizzazione. Il giorno in cui la Lega da una risposta a chi l’accusa di aver dimenticato le sue battaglie storiche. Calderoli, prima a Venezia, poi a Milano, ha ripercorso l’iter che ha portato alle firme e leggendo la lettera con la quale il premier Giorgia Meloni lo ha incaricato di portare a termine la riforma, ha spazzato via tutte le indiscrezioni e le ricostruzioni che hanno cercato di “sporcare” la giornata di ieri. Il pre-accordo, è noto, si applicherà in primis a quattro materie non-Lep. Tutte, a modo loro, sono importanti, ma quella che spicca è soprattutto una: il coordinamento della finanza pubblica in ambito sanitario. È qui che l’Autonomia si svelerà ai cittadini in tutta la sua efficacia. Una volta in opera- «entro fine legislatura», promette il ministro salteranno i paletti di spesa tra le varie aree della sanità.

«In questo modo le Regioni potranno investire le risorse dove avranno più bisogno, andando a coprire le necessità che, è chiaro, sono diverse da territorio a territorio. Oggi non è così, la percentuale d’investimento è uguale per tutti». Con questa operazione verranno liberati soldi. Tanti. In Veneto, calcola Zaia, «avremo libertà di spesa per circa 300 milioni di euro», in Lombardia, gli fa eco Fontana, «avremo a disposizione 600 milioni che oggi non possiamo spendere». Per fare cosa? «Più servizi ai cittadini e più incentivi a medici e infermieri. Noi non possiamo intervenire sugli stipendi - ricorda Fontana- perché sono regolati da contratti nazionali, ma possiamo farlo aumentando e modulando gli incentivi a seconda dei vari fabbisogni».

Di soldi si parla anche per la Protezione Civile. «Per la prima volta abbiamo finanziato il fondo regionale per le emergenze. Nel 2025 ci abbiamo messo 20 milioni, che diventeranno 40 nel 2026 e 60 nel 2027. In questo modo - spiega Calderoli - i governatori potranno proclamare in autonomia lo stato di emergenza, che sarà operativo fin da subito. Con le regole di oggi, invece, ci vogliono anche sei mesi prima che venga riconosciuto». Il ministro smentisce anche chi dice che questa sarà una riforma a “saldo zero”, cioè senza risorse aggiuntive. «Non è vero. Con i Lep che dovranno essere garantiti, se ci sarà bisogno aumenteranno anche i fondi, come è successo per quelli relativi al sociale e al diritto allo studio».

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Le reazioni. Zaia spiega che «questa non è una firmetta o, peggio, una trovata elettorale. In Veneto non abbiamo certo bisogno d queste cose per vincere». Fontana parla di «riforma epocale», spiega che «questa firma sancisce la volontà politica di andare fino in fondo» e lancia un appello alla Commissione europea: «Deve confrontarsi anche con le Regioni, non solo con gli Stati nazionali». Per il leader della Lega, Matteo Salvini, «è un passaggio storico di libertà, di modernità, di progresso e di innovazione». Il segretario lombardo, Massimiliano Romeo, parla di «pertugio fondamentale. Da qui si può veramente avviare una rivoluzione amministrativa epocale». Alberto Stefani, candidato governatore e segretario regionale veneto, lo reputa «un segnale importante». Il vice presidente del Senato, Gian Marco Centinaio spiega che «queste firme sono la risposta della Lega agli oltre 5 milioni di cittadini lombardi e veneti che hanno votato ai referendum del 2017 Oggi tocca a Piemonte e Liguria aggiungersi alla lista dei firmatari. E Calderoli assicura che «quanto le pre-intese verranno pubblicate e gli altri governatori le leggeranno, faranno a gara per sottoscriverle».