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Garofani, altro che scuse Pd. Furfaro perde la testa e insulta il centrodestra

giovedì 20 novembre 2025
Garofani, altro che scuse Pd. Furfaro perde la testa e insulta il centrodestra

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Dopo che Francesco Saverio Garofani, consigliere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ammesso di aver pronunciato prole quantomeno inopportune sul governo di Giorgia Meloni (si è augurato la nascita di un "nuovo Ulivo" per fermarne l'ascesa, e la mail anonima firmata "Mario Rossi" e inviata a Maurizio Belpietro parla di "uno scossone"), declassando però il tutto come "chiacchiere tra amici", qualcuno da Fratelli d'Italia ha auspicato delle scuse da parte del Partito democratico, che era partito subito in quarta attaccando a spron battuto il capogruppo di FdI alla Camera Galeazzo Bignami, reo di aver chiesto semplicemente un chiarimento al Colle.

Chiarimento che peraltro c'è stato, con il faccia a faccia tra lo stesso Capo dello Stato e il presidente del Consiglio, mercoledì mattina. Il problema però è che dal Pd continuano ad attaccare il centrodestra. Altro che marcia indietro, insomma. Basta leggere la surreale intervista di Marco Furfaro su Repubblica

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"La nostra una reazione scomposta? Mi viene da sorridere perché c'è un solo dato di fatto: il principale partito di maggioranza, per nome del suo capogruppo Galeazzo Bignami, ha attaccato il Presidente della Repubblica. E chi attacca il Quirinale attacca la casa dell'unità, del rispetto istituzionale, del Paese", scandisce l'uomo di fiducia di Elly Schlein e componente della segretaria dem. "Questo dovrebbe essere un limite invalicabile, soprattutto per chi si riempie la bocca della parola patria". A non rispettare i limiti è Bignami, dunque, e non Garofani. 

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"In democrazia ognuno ha diritto di esprimere la propria opinione, e Garofani lo ha fatto fuori da un luogo istituzionale, come libero cittadino. Il centrodestra non può usare due pesi e due misure - insiste Furfaro -. Abbiamo la seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, che ha un busto di Mussolini a casa, che alla domanda 'Fascista?' rispondeva 'Piano con i complimenti', che rivendica il diritto di fare campagna elettorale ed esprime opinioni politiche. Non si può colpire Garofani perché dice la sua a tavola tra amici. È evidente che l'obiettivo della destra sia un altro. Siamo davanti a un attacco senza precedenti. Mai nessun governo era arrivato a tanto".

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Nessuno a destra ha attaccato Mattarella. Le accuse di scarsa imparzialità sono piovute sul suo consigliere. Ma questo Furfaro si guarda bene dal ricordarlo. Secondo il dem "è stato fatto "un salto di qualità nel degrado del dibattito pubblico. La destra ha normalizzato l'idea che una chiacchiera privata possa diventare il pretesto per accusare il Quirinale di complotti. È un segnale inquietante di deriva democratica. O si difende la Repubblica o si sdogana il caos". Meloni, "con un atto così arrogante, ha preso di mira il Colle, forse perché è lì che guarda dopo Palazzo Chigi. E adesso il governo usa il caos mediatico per nascondere i propri fallimenti. È il governo della distrazione di massa: quando la realtà bussa alla porta inventano un nemico immaginario. Tirano fuori complotti inesistenti per non parlare dei tradimenti sulle pensioni, sulle accise, del carrello della spesa ormai insostenibile per le famiglie e di una crescita che l'Europa ha rivisto al ribasso: dallo 0,7 allo 0,4 per cento nel 2025, tra le più basse dell'Ue. E mentre l'Italia rallenta, l'Ucraina è allo stremo, a Gaza continua una mattanza, e la maggioranza è divisa".