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Albanese, Zaki e Soumahoro: le stelle cadenti del presepe di sinistra

Dalla tribù dei girotondi di Pancho Pardi al Popolo viola anti-Cav fino alle Sardine di Santori, il cielo della sinistra è costellato di meteore
di Massimo Costamartedì 2 dicembre 2025
Albanese, Zaki e Soumahoro: le stelle cadenti del presepe di sinistra

3' di lettura

Prima l’attacco alla senatrice a vita Liliana Segre, ritenuta «poco lucida» perché nega che a Gaza ci sia un genocidio. Poi la bastonatura pubblica al sindaco Pd di Reggio Emilia Marco Massari, reo di aver parlato degli ostaggi israeliani in sua presenza. Infine la carezza ai centri sociali di Askatasuna dopo l’irruzione violenta alla redazione de La Stampa: «Condanno il blitz, ma sia di monito ai giornalisti». Francesca Albanese è caduta tre volte, e da nuovo Messia della sinistra si è trasformata nell’ennesima meteora dei progressisti italiani. La sua chioma grigia svolazzante, che incornicia gli occhialoni neri della relatrice speciale Onu, dovrebbe servire da monito per i compagni: occhio a idolatrare i fenomeni della mitologica società civile.

Perché il pantheon della sinistra, negli ultimi anni, è costellato solo da grandi abbagli. Aboubakar Soumahoro, deputato eletto nelle file di Avs e poi scaricato nel gruppo Misto dopo il ciclone giudiziario che ha travolto moglie e suocera, è l’esempio più lampante di questa moda. Il paladino dei migranti, l’uomo che regala i giochi ai bambini nordafricani delle favelas foggiane vestito da Babbo Natale, l’alter ego di Salvini immortalato dalla indimenticabile copertina dell’Espresso del 2018 intitolata “Uomini e no”.

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Ecco, l’idolo del fronte terzomondista si è rivelato un grande bluff poco dopo essere stato portato alla Camera nel 2022 da Bonelli e Fratoianni, rapidissimi nell’arruolarsi nel partito dei “Soumahoro chi?” ormai numerosissimo tra i banchi dell’opposizione. La moglie di Aboubakar è accusata dalla Procura di aver distratto 1 milione di euro di fondi dalla cooperativa Karibu. Soldi destinati in teoria all’assistenza sociale dei poveracci ma - questa è la tesi dell’accusa- finiti in viaggi e investimenti in Ruanda.

Politicamente parlando, non certo il massimo per chi si erge a difensore integerrimo dei diritti dei migranti. Quando la valanga politico-giudiziaria è partita, peraltro, non hanno aiutato Soumahoro nemmeno le sue dichiarazioni, in primis quella del «diritto all’eleganza» della moglie Liliane che era avvezza a comprare borse di lusso.

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Poi c’è il caso di Patrick Zaki, il ricercatore egiziano arrestato al Cairo nel febbraio 2020 e tenuto in prigione fino al dicembre 2021 con l’accusa di propaganda per il terrorismo a causa di alcuni suoi post su Facebook. E lì è nata la mobilitazione dei compagni, con una sfilza di cittadinanze onorarie nelle varie città governate dal Pd. Dopo essere stato liberato, Zaki è rimasto in Egitto fino al luglio 2023, quando venne graziato anche grazie alla pressione diplomatica dell’Italia. Senonché, un minuto dopo aver raggiunto la libertà, cercò goffamente di trasformarsi in leader politico. Prima rifiutando il volo di Stato in polemica col governo Meloni, poi scivolando addirittura sul 7 Ottobre («Bisogna capire le ragioni dei terroristi», disse) . Un’altra stella cadente, a dimostrazione che il tentativo di cercare fuori dalla politica il proprio condottiero a sinistra è sempre fallimentare. Dalla tribù dei girotondi di Pancho Pardi al Popolo viola anti-Cav fino alle Sardine di Santori, il cielo della sinistra è costellato di meteore. L’ultima a luccicare e spegnersi è stata Francesca Albanese.