Di nuovo lei, Michela Ponzani, la storica di sinistra che non perde occasione per dipingere il mondo a tinte fosche e puntare il dito contro la destra. Alla fiera "Più Libri Più Liberi", dialogando con Carmelo Lopapa, ha evocato la "notte della democrazia", accusando venti di guerra da Mosca e l'"imprevedibile" Trump di aver spezzato l'illusione post-Guerra Fredda. Come se Putin fosse solo un pretesto per attaccare l'Occidente da dentro, con il tycoon americano bollato come "sovvertitore" che impone un "verticale del potere" senza contrappesi. E l'Europa? Per la Ponzani, è sotto assedio da autocrati, con Trump che la vede come un "peso inutile". Peccato che dimentichi come proprio le democrazie liberali abbiano fallito per decenni, lasciando spazio a instabilità globali
.Ma il vero bersaglio è Giorgia Meloni. Qui la Ponzani sfodera l'artiglieria pesante: "Non siamo davanti a un cambio di governo, ma a un cambio di regime". Secondo lei, premierato e riforma della magistratura svuotano la democrazia, sedotti dall'"Internazionale delle destre" con slogan identitari su "Dio, patria, famiglia". Accusa il governo di ridicolizzare l'antifascismo e di tacere sull'omicidio di Piersanti Mattarella, legato a mafie e eversione nera – "Una parola la poteva dire, no?". Come se Meloni dovesse rispondere a ogni insinuazione storica per soddisfare i salotti radical chic. Insomma, la Ponzani agita lo spettro del regime per mascherare un'antipatia ideologica verso il governo. La democrazia resiste, nonostante gli allarmi dei soliti profeti di sventura rossi. E alla Ponzani risponde sui social Fdi: "Ogni giorno sembra una gara a chi la dice più grossa. Complimenti Ponzani: con questa è ufficialmente in corsa".
Ogni giorno sembra una gara a chi la dice più grossa. Complimenti Ponzani: con questa è ufficialmente in corsa. pic.twitter.com/vvWOQukggp
— Fratelli d'Italia (@FratellidItalia) December 7, 2025




