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Quarta Repubblica, sparata di Romano: "Meloni ha paura". Zittito da Mollicone

di Roberto Tortoramercoledì 17 dicembre 2025
Quarta Repubblica, sparata di Romano: "Meloni ha paura". Zittito da Mollicone

3' di lettura

Scontro a Quarta Repubblica tra Paolo Romano, consigliere regionale in Lombardia in quota Pd, e Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia. Il tema di scontro, all’interno del programma di approfondimento politico di Rete 4 condotto da Nicola Porro, è l’operato del governo di Giorgia Meloni, il cui bilancio è stato tracciato nell’annuale kermesse di Atreju.

Se l’opposizione lamenta una crisi del lavoro, Mollicone la demolisce con i dati: “Siete dei falsificatori di dati, avete dato una lettura con Schlein assolutamente falsa. Tutti i dati dimostrano che con il governo Meloni i salari sono risaliti del 3,9%. Lei ripete a pappagallo ciò che è uscito dal Politburo del Partito Democratico”.

Romano, allora, attacca la Meloni: “Quando la destra non sa come rispondere, si mette a urlare. Di tante cose Giorgia Meloni ha paura, ha paura del Parlamento. Tutte le volte che viene chiesto dalle opposizioni di venire in Parlamento a parlare su Almasri, stupratore e torturatore di bambini rimandato indietro su un volo di Stato, non è venuta, ha delegato i ministri. Su molte altre crisi economiche, industriali, non è venuta a. Secondo, dobbiamo dircelo con franchezza, ha paura dei giornalisti. Non c'è nessuna Presidente del Consiglio come Giorgia Meloni che non risponde alle domande dei giornalisti e non va alle conferenze stampa. 1.700 giornalisti accreditati ad Atreju, ma potevano essercene anche 15.000 in un posto in cui nessuno le fa il contraddittorio, ma quando si va in conferenza stampa, dove i giornalisti devono avere il diritto di chiedere al Presidente del Consiglio perché fa questo, perché fa quello, Giorgia Meloni non si presenta e questa è una cosa vergognosa”.

Controreplica Mollicone: “È evidente che c'è una differenza sostanziale rispetto a quanto detto. Giorgia Meloni è leader del centrodestra e presidente del Consiglio, mentre il centrosinistra non ha un leader riconosciuto, tant'è vero che si parla di primarie, hanno litigato subito se dovesse andare Schlein o Conte ad Atreju. Ha ragione Giorgia che ha sdrammatizzato con una battuta in stile morettiano, cioè 'mi si nota di più se vengo o se non vengo e rimango a casa o se vengo e rimango in disparte?'. È chiaramente il simbolo della crisi del centrosinistra, non esiste il campo largo come ha detto Giuseppe Conte, non esiste un'alleanza strategica tra il Pd e il M5s”.

Romano, però, smentisce tutto: “La verità è che Giorgia Meloni aveva paura di confrontarsi con Elly Schlein e quindi ha provato a scombinare le carte dicendo 'venga anche Giuseppe Conte che è un'altra figura importante dell'opposizione'. Elly Schlein ha risposto 'va bene, venga allora Matteo Salvini oltre a Giorgia Meloni'. Dopo questa proposta la Schlein non ha mai ricevuto risposta da Giorgia Meloni. Per un motivo molto semplice, se al posto di confrontarci sugli insulti della presidente del Consiglio alla leader dell'opposizione ci confrontiamo sui dati del Paese, al posto del mercante in fiera dobbiamo parlare di quanto costa la verdura al mercato”.