Vietato modificare. Tornano ad accendersi le polemiche intorno alla legge di Bilancio dopo la decisione del governo di apportare cambiamenti per 3,5 miliardi. Come ha spiegato il senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris, relatore della Manovra, il ministro Giorgetti è andato in Commissione per annunciare che, da parte dell’esecutivo, si è preferito approntare già all’interno del provvedimento di cui è cominciato l’iter le modifiche in questione, che riguardano materie importanti come Zes, Transizione 5.0, previdenza complementare e Ponte sullo Stretto.
Se si considera il bacino totale della legge, che supera i 18,5 miliardi, si tratta di una cifra significativa. «Abbiamo un provvedimento nuovo che va incontro alle esigenze dei lavoratori e delle imprese», ha detto ancora Liris. E da sinistra, comunque, scattano gli anatemi per quanto proporre una modifica sia completamente nelle prerogative del governo.
Così, ieri, è stata una successione continua di strali. Per il capogruppo dei senatori del Pd Francesco Boccia, «Giorgetti ammette ciò che denunciavamo da settimane: la Manovra non sta in piedi e va riscritta. Il ministro dell’Economia, dopo averlo negato per settimane, oggi è venuto in Commissione Bilancio a dirci che servono correzioni e oggi arriveranno ulteriori emendamenti del governo».
Boccia sottolinea che gli emendamenti in questione «riguardano il settore delle imprese e che non sono briciole visto che valgono più di 3 miliardi. Tre miliardi su una Manovra da 18 totali: siamo di fronte ad una vera riscrittura». E aggiunge: «È chiaro che ancora una volta si allungheranno i tempi della discussione, a dimostrazione che i problemi nella maggioranza ci sono e sono enormi». Quindi l’affondo finale: «Con buona pace di Salvini sono costretti a definanziare il Ponte sullo Stretto”.
Attacca anche il capogruppo Pd in Commissione Bilancio al Senato Daniele Manca: «Siamo di fronte al fallimento; se aggiungiamo il tema dei dividendi e degli affitti brevi, oggi il tema imprese, la Manovra approvata in consiglio dei ministri è un ricordo del passato». Per Manca questo «dimostra che serve fare opposizione» e conferma che «è una Manovra sbagliata perché la stanno riscrivendo».
SINISTRA SCATENATA
Sulla stessa linea Antonio Misiani, responsabile Economia del Pd, secondo cui «l’annuncio inatteso del ministro Giorgetti certifica il caos in cui è sprofondata la discussione parlamentare della legge di bilancio». Con un emendamento da 3,5 miliardi, spiega, «il governo di fatto riscrive la Manovra su un punto cruciale: le politiche industriali», lasciando però irrisolti nodi pesanti e alimentando «una gestione imbarazzante».
Durissime anche le parole del Movimento 5 Stelle, che parla di «governo nel caos, Manovra ancora di più da buttare nel secchio» e di «un quadro devastante» in un momento segnato da crescita zero e salari in difficoltà. Infine Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, attacca senza mezzi termini: «Il governo Meloni è un gruppo di sprovveduti irresponsabili», accusando la maggioranza di improvvisazione e chiedendo di cancellare definitivamente i fondi per il Ponte sullo Stretto per finanziare casa e trasporti pubblici. Dalla maggioranza, invece, si sottolinea come le modifiche siano in realtà migliorative.
Claudio Borghi, senatore della Lega che è anche uno dei relatori della Legge di Bilancio, osserva: «Ci sono delle risorse aggiuntive che sono state delineate oggi (ieri, ndr) dal Mef, queste verranno allocate ai diversi Ministeri». Dunque, nell’emendamento in gestazione da parte del governo «ci potrebbero essere coperture per il piano casa».




