Paolo Berizzi ha pensato bene di inserire un po’ di gossip nel suo ultimo libro su CasaPound, che porta in tour per la Penisola sostenendo che quel libretto ha dato molto fastidio a quelli di destra. Questi ultimi perlopiù lo hanno ignorato. Finché non è arrivata quella stratega della comunicazione antimeloniana che è Mirella Serri, la quale ha generosamente vergato una recensione di una pagina al libro di Berizzi, spiattellando un gran segreto (già noto ai più): e cioè gli “amori neri” di Giorgia Meloni. Esibiti come se la premier avesse intrattenuto flirt con Jack lo Squartatore o col mostro di Firenze. Ecco la prosa gossippara di Serri: Giorgia Meloni «tra i suoi flirt annovera alcuni barricaderi di CasaPound, come Alessandro detto Manolo Giombini, un bel ragazzo, fisico atletico, tatuaggi e molto capace di “menar le mani” come spiega Berizzi». E poi sempre nel gruppo degli “intimi” ci sono “i fratelli Marcello e Renato De Angelis – il primo ex terrorista di Terza Posizione, cognato di Luigi Ciavardini dei Nar e il secondo fidanzato per anni con l’attuale premier”.
Come quelle pettegole di paese che siedono fuori dall’uscio spargendo ove possono maldicenze Serri e Berizzi lanciano lo stigma della riprovazione per gli “amori neri” di Giorgia Meloni. Una, in definitiva, che se la fa con “picchiatori” e “ex terroristi”. Bellini, certo, ma come si fa, signora mia, a affidare il paese a una così? Il bello è che Serri vorrebbe dare pure lezioni di femminismo alla destra, sostenendo che la premier mica rappresenta un modello di emancipazione. Lo sa bene lei, cosa sia l’emancipazione, che si presta a rilanciare i finti scoop di Berizzi sulla vita privata di una donna con un cattivo gusto che – se applicato a una donna di sinistra – avrebbe già mobilitato squadroni di editorialisti. Ma loro possono tutto, è lecito per loro trascendere quando si tratta di Giorgia Meloni. Si va dalla “cafona leggiadria” di Giambruno secondo Natalia Aspesi alla fisiognomica della madre delle sorelle Meloni che ricorda a Fulvio Abbate la Sora Lella. Ma lasciando stare gli amori neri di Meloni, individuati e dati in pasto al pubblico come marchio d’infamia di questa inedita caccia alle streghe che si scelgono – guarda un po’ – fidanzati negli ambienti che frequentano (che cosa orribile, signora mia), lasciando stare il moralismo bigotto che ne discende, lasciando stare che Serri rimprovera alla destra di avere mandato troppo tardi in Parlamento una donna, Jole Lattari, eletta nel 1963 stesso anno in cui Mary Quant lanciava la minigonna, ma poi il suo furore di suffragetta si infrange sulla tentazione della malevolenza, lasciando stare tutto questo – appunto- vale la pena di soffermarsi un attimo sulla serietà carente dei libri di Berizzi e anche di Mirella Serri, che ha voluto entrare nel salotto esclusivo degli antimeloniani da talk show con il suo libro “Nero indelebile”. E che ti va a sostenere la nostra con un’incuria e un’ignoranza della storia della destra italiana davvero esorbitanti?
Bè che l’ideologia meloniana discende da Ordine Nuovo e da de Benoist identificato come razzista mentre il teorico francese non lo è affatto. Insomma purché sia macchinetta del fango va tutto bene si stampi. Berizzi, prima di dedicarsi a CasaPound raccogliendo le confessioni di un “pentito” (ma a fare così un’inchiesta non è che ci vuole molto eh...) aveva scritto un libro allarmato e allarmante dal titolo “Il ritorno della bestia”. La bestia sarebbero quelli di destra, che ora si sentono protetti dal governo e quindi vengono fuori al naturale, escono dalle tane e inneggiano al Duce e bla bla bla. Una volta l’ho incrociato a una trasmissione e gli ho chiesto: «Ma veramente pensi che sei milioni di persone che hanno votato FdI lo hanno fatto perché sono fascisti e sono bestie uscite dalla tana?». Risposta: «Ma no, io mica lo penso». Non lo pensa però lo scrive e se non lo scrive lo lascia intendere. Con apposita rubrica su Repubblica. Con la collega Serri che gli fa da spalla e rilancia tutto su La Stampa. Poi ci lamentiamo che le edicole sono deserte e disertate?




