Libero logo

Roberto Fico rinvia la giunta: 8 partiti litigano per 10 poltrone

di Pietro Senaldigiovedì 18 dicembre 2025
Roberto Fico rinvia la giunta: 8 partiti litigano per 10 poltrone

3' di lettura

Passate le feste, gabberanno lo santo. «Il Veneto ha la sua giunta e la Campania deve ancora aspettare. Spero non ci lasceranno senza governo fino all’Epifania», giorno della manifestazione, punge caustico il consigliere d’opposizione Gennaro Sangiuliano. Roberto Fico ha detto che ci sta lavorando e che farà gli straordinari anche il giorno di Natale il che, dopo tre annidi totale inattività, non è poi un grande sforzo. L’incastro non sarebbe dei più difficili. Ci sono dieci posti da assessore e otto soggetti politici tra cui spartirseli: tre al Pd, che nell’urna ha fatto la parte del leone (18,4%) e uno a testa a tutti gli altri, con M5S (seconda forza del campo largo, al 9,1%) in parte risarcito dal fatto che il presidente pentastellato si tiene anche la delega alla Sanità, che è l’80% del bilancio della Regione.

Il guaio è che la quadra la deve trovare Fico, che ha difficoltà anche a fare 1+1, figurarsi le divisioni... L’altro guaio è che il santo da gabbare non è un santo bensì un demonio. Parliamo dell’ex governatore Vincenzo De Luca, leader della lista “A testa alta” nonché padre del segretario regionale dem, Piero. La sua formazione ha preso l’8,3% e nessuno riesce a spiegargli perché dovrebbe accontentarsi di un solo assessore, come Clemente Mastella che si è fermato al 3,6%, o Avs che ha preso il 4,6%.

L’ex governatore sceriffo punta i piedi e manda avanti la prole. La trattativa si è infatti arenata sul nome di Fulvio Bonavitacola, il fedelissimo da sempre, quello che anni fa per la causa finì anche agli arresti da innocente, il vicepresidente dell’ultima giunta, nonché assessore all’ambente. A questo giro il braccio destro di papà Vincenzo non si è candidato, il che per la cervellotica regola imposta da Fico è condizione indispensabile per ambire a un posto in giunta. Questa circostanza consente al figlio Piero di rivendicare per Bonavitacola un assessorato in quota Pd, proposta irricevibile per i dem campani, benché inoltrata dal loro segretario. Se vuoi l’amico Fulvio, te lo carichi, è il ragionamento del partito a De Luca senior, anche perché risulta che “A testa alta” intenda costituirsi in un movimento indipendente. Non sarebbe un ragionamento sbagliato, non fosse che nella visione di papà e figlio i Pd campani sono tre: il loro, quello di Schlein e del suo luogotenente sul territorio, Marco Sarracino, e quello di Mario Casillo, pure lui figlio, ma del discusso Gigi a Polpetta, che ha sponsorizzato i due consiglieri dem più votati, Giorgio Zinno e Salvatore Madonna, gente da 40mila preferenze, capace di far mangiare la polvere nelle urne perfino a Massimiliano Manfredi, fratello di Gaetano, il sindaco di Napoli.

Lo stallo ha generato tensione e siamo ancora in fase di avvitamento. Il Pd ha di fatto già commissariato Piero e pretende di andare in delegazione al prossimo incontro con Fico sulla giunta, dopo quello fallito di lunedì. Idem, al contrattacco totale, vorrebbero peraltro imporre il tecnico Ettore Cinque come assessore al Bilancio in quota “A testa alta”, ma su questo lo sceriffo è pronto a estrarre la colt, che al momento è puntata sul sindaco di Salerno, che però di cognome fa Napoli (e di nome Vincenzo pure lui). Costui è un fedelissimo di papà De Luca, il quale avrebbe deciso di ordinargli di lasciare il posto, per consentire a lui un ritorno in municipio.

È un grande caos sì, l’anteprima di cosa mai potrebbe essere la ricerca della quadra per un governo del campo largo, casomai riuscisse a vincere le Politiche. A complicare il tutto è che pare che Fico si sia montato la testa. Se in campagna elettorale ha fatto corda lunga, per tenere tutti dentro, ora che si sente forte, avendo superato il 60%, vuole stringere e fa lo schizzinoso.

Non gli garberebbe un mastelliano in giunta, anche perché Clemente, non potendo proporre il nome del figlio, in quanto eletto in Consiglio, ha avanzato quello della moglie o, in alternativa, quello del cognato e il suo. Certo, sì tratta di parenti, ma chi può alzarsi e faglielo notare?