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Askatasuna, "copertura inammissibile": il piddino che demolisce il Pd

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lunedì 22 dicembre 2025
Askatasuna, "copertura inammissibile": il piddino che demolisce il Pd

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"C'è un lungo elenco di soggetti che trasversalmente hanno sempre sostenuto non solo Askatasuna in quanto centro sociale, ma la sua legittimità di occupare abusivamente e di operare nelle piazze con quei metodi": l'ex parlamentare dem Stefano Esposito lo ha detto in un'intervista al Giornale parlando dello sgombero del centro tanto caro ad alcuni settori di sinistra. Un atteggiamento che secondo lui "copre anzitutto un’illegalità, perché si può dire tutto ma c’è un dato che è oggettivo: quel centro sociale da 29 anni occupa illegalmente uno spazio di proprietà della città di Torino, quindi di una proprietà pubblica". 

Per Esposito, infatti, è sbagliato accusare il governo di repressione: "Non capisco come si possa parlare di repressione da parte del governo di un fenomeno di illegalità. E non mi si dica che Askatasuna fa attività culturali perché l’attività principale è la contrapposizione violenta allo Stato, indipendentemente da chi ci fosse al governo. Negli ultimi 4 mesi Askatasuna ha devastato le O.G.R., due stazioni ferroviarie di Torino, la redazione de La Stampa, la sede della città metropolitana di Torino e ha distrutto le auto dei dipendenti di Leonardo. Dire che ci sono i fascisti al governo è una gigantesca balla propagandistica". 

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Nel suo mirino, poi, ci sono finiti proprio i dem, che quando si parla di Askatasuna rilanciano sempre con Casa Pound: "Il Pd ha un’oggettiva difficoltà perché dal 2018 in avanti ha avuto una regressione sul tema della legalità e, nonostante il mio isolamento dentro il Pd, la mia era una voce che si faceva sentire. Venuta meno la mia voce, c’è stato un progressivo appiattimento sulle posizioni grilline e di Avs. Mi pare evidente che, per non parlare di Askatasuna, si parli di Casa Pound. Intanto occupiamoci di una cosa fatta bene dal governo". Duro anche sull'endorsement del Pd ai movimenti pro Pal e a figure come quella di Francesca Albanese: "Il Pd che ho conosciuto io non ha niente a che spartire né con la Albanese né con l’estremismo Pro-Pal. Evidentemente il Pd ha cambiato pelle. Bisogna stare attenti perché l’antisemitismo che emerge da questi movimenti è molto preoccupante ed è lontanissimo dalla cultura del Pd. O almeno è lontano dalla cultura del Pd che ho contribuito a costruire". 

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