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Per star lì Corrado rinuncia a 3 mln

Il sacrificio di Passera: da dirigente di Intesa guadagnava dieci volte tanto che da ministro. Per la patria o ha un piano ambizioso?

Nicoletta Orlandi Posti
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Corrado Passera sull'altare della patria. O del proprio, ambizioso progetto. Il neoministro dello Sviluppo, da altissimo dirigente di Intesa Sanpaolo (era ad del gruppo bancario) guadagnava circa 3,5 milioni di euro all'anno. Passato dal privato al pubblico, ora "si accontenterà" di circa 30mila euro al mese, un decimo. Un sacrificio talmente clamoroso da far pensare che oltre alle necessità di salvare il paese ci sia qualcosa di più. Per esempio, un ingresso in politica con orizzonti illimitati (Palazzo Chigi?). E già iniziano a fiorire i sospetti. Il primo a rompere gli indugi è Rocco Sabelli, forse per rifarsi della mancata nomina a ministro delle Infrastrutture. Proprio mentre tutti parlano del conflitto di interessi dell'ex banchiere, Corrado Passera, e lui tenta in ogni modo di dimostrare la sua indipendenza, l'ad di Alitalia, società privatizzata e partecipata proprio da Intesa, chiede candidamente al neo ministro dello Sviluppo e infrastrutture di attivarsi per rafforzare lo scalo di Fiumicino con il nuovo contratto di programma. C'è poi l'ad delle Ferrovie, Mauro Moretti, il quale si dice convinto che «Passera farà gli interessi del Paese» e non, viene subito da pensare, quelli di Ntv, la società privata di Montezemolo, partecipata da Intesa, che farà concorrenza sull'alta velocità. Ma al passato di Passera fa riferimento anche il presidente del consiglio di gestione di A2A, Giuliano Zuccoli, quando sottolinea che il neo ministro «conosce tanti dossier e quindi, probabilmente, è in grado di formarsi opinioni molto più articolate sul caso Edison». Inutile dire che Intesa è il primo creditore della Carlo Tassara, che ha debiti complessi per 2,5 miliardi con le banche ed è socia di Edison al 10%. Lui, il superbanchiere, continua a mantenere un basso profilo, aspettando che la bufera passi. Ieri si è limitato a dire che «l'unico superministro è Monti», che «il lavoro è il disagio numero uno» e che «sarà proseguito il lavoro iniziato dai vecchi ministri». Le notizie e le indiscrezioni, non proprio benevole, che lo riguardano, però, spuntano come funghi. La più velenosa, manco a dirlo, arriva da Dagospia, che racconta di una villa immersa nel verde dell'Appia antica affittata prima dell'estate da Passera. Il proprietario della casetta (300 metri quadri) è Sigieri Diaz della Vittoria Pallavicini, il quale ha una quota nella società GWM Renewable Energy. Il caso ha voluto che un mese dopo il contratto d'affitto, a luglio, Intesa sia entrata con un investimento di 20 milioni di euro (pari ad una quota del 12,5%) proprio in GWM Renewable. Cose vecchie. Passera ha già chiarito che da ora è solo ministro. La conferma arriverà dai fatti. E le occasioni non mancheranno davvero, visto che trovare un'azienda che non abbia nulla a che fare con l'istituto di credito guidato fino a qualche giorno fa dal neo titolare dello Sviluppo è quasi impossibile.

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