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Ecco le tre proposte sul tavolo

Dall'eliminazione di tutti i contratti atipici, alla "flexicurity" che prevede elasticità per l'assunzione e il licenziamento: i punti in discussione

Lucia Esposito
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Sono sostanzialmente tre la proposte sul tavolo per la riforma del lavoro. La prima è quella di Tito Boeri e Piero Garibaldi che prevede un contratto a tempo indeterminato anche se per i premi tre anni viene sospesa quella parte dell'articolo 18 che prevede il reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa. Questa proposta è stata presentata un anno fa in Senato prevede che nei primi tre anni le tutele crescano gradualmente cion la durata dell'impiego fino a rendere oneroso il licenziamento: alla fine del triennio l'imprenditore che decide il licenziamento deve riconoscere al lavoratore almeno sei mensilità. Se invece lo conferma automaticamente si estendono tutti i diritti previsti dall'articolo 18. Questo contratto vale solo per i nuovi assunti, diventa unico ma non prevede l'abolizione degli altri contratti: semplicemente li rende meno convenienti. Flexicurity La proposta del giuslavorista Pietro Ichino si basa sul concetto di "flexicurity": tutti i lavoratori, non solo i giovani, accettano un contratto di lavoro a tempo indeterminato ma reso più flessibile perché al temine di un periodo di prova di sei mesi, il lavoratore viene assunto pma perde la protezione totale dell'articolo 18. Solo per il licenziamento per motivi economici o organizzativi, il lavoratore incassa un'indennità che può arrivare fino a un massimo di 18 mesi di stipensio. Viene però creata anche un'assicurazione contro la disoccupazione che porta l'assegno del senza lavoro a un livello simile a quelli scandinavi. Le imprese si assumono il costo dell'assicurazione. Apprendistato - La terza strada è quella dell'apprendistato: sul suo rafforzamento sono d'accordo sia Confindustria che sindacati. In prativa prevede una momentanea sospensione dell'articolo 18 nei primi tre anni di lavoro che è sostanzialmente un periodo di formazione e prova. Secondo i sindacati per rendere più appetibile e accessibile questo strumento bisogna introdurre forti bonus fiscali e contributivi.

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