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L'ex ministro nel club dei politici svagati: favori a loro insaputa

Il caso Romani è l'ultimo di una lunga lista. Da Malinconico a Bossi, da Scajola a Rutelli. Quando il politico dice "non sapevo"

Pruneddu Pietro
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Se ne accorgono sempre dopo. In genere quando si ritrovano al centro di indagini. Sono i politici del "club degli svagati", un gruppo che continua a crescere. Il requisito per far parte della combriccola è aver ricevuto dei favori senza saperne niente, tutto a loro insaputa. L'ultimo arrivato è Paolo Romani, ex ministro dello Sviluppo economico, che si ritrova indagato dalla Procura di Monza per peculato. Un telefono cellulare comunale intestato a lui avrebbe sperperato 5 mila euro di traffico in due mesi. Lui svicola con la parola d'ordine ufficiale del club: "Non ne sapevo nulla". Proprio ieri si è registrata l'adesione al gruppo anche di Umberto Bossi. Sembra che parte dei soldi gestiti da Belsito siano serviti per ristrutturare l'abitazione del Senatur, che ha replicato: "Denuncio chiunque abbia utilizzato i soldi per ristrutturare casa mia senza dirmelo".  La lista è lunga - Il pioniere del "non sapevo" è stato Claudio Scajola con il famoso appartamento vista Colosseo, pagato da qualcuno a sua insaputa. Come pure le attività dell'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, che a quanto riportato da Francesco Rutelli, avrebbe agito "a mia totale insaputa". Anche Diliberto non avrebbe notato lo slogan contro la Fornero e Fini ignorava che la sua casa a Montecarlo fosse stata ristrutturata e affittata da suo cognato. Tra i casi più recenti si ricordano le "quattro spigole e 50 cozze pelose" pagate al sindaco di Bari Michele Emiliano dai fratelli Degennaro, accusati di corruzione, frode e numerosi falsi. E infine il conto d'albergo dell'ex sottosegretario Carlo Malinconico, saldato a sua insaputa dall'imprenditore Francesco Piscicelli. Insomma, la tattica ormai è consolidata. Se ti trovano con le mani nella marmellata, basta dire che hanno aperto il barattolo a tua insaputa.

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