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Cartabianca, Massimo Galli: "Aperti in cambio di qualche migliaia di morti in più". Bonaccini risponde: "Sa cosa mi scrivono?"

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Duro scontro tra Massimo Galli e Stefano Bonaccini, in collegamento con Bianca Berlinguer a Cartabianca su Rai3. Nessuna rissa, semplicemente idee crudamente contrapposte su coronavirus, crisi economica e riaperture. Il virologo dell'ospedale Sacco da settimane ripete che il rischio è "calcolato male", ed è molto critico con le decisioni prese dal governo di Mario Draghi su "input" di Matteo Salvini. "I calcoli non sono stati fatti su base scientifica. Non facciamo gli ipocriti. Diciamo chiaramente che si è disponibili a vedere qualche centinaio o migliaio di morti in più, e che dobbiamo provare a tenere in piedi le attività economiche e va bene così", spiega con un moto di stizza. "Da un po’ di tempo abbiamo qualche segnale favorevole ma non è abbastanza. Mancano 30 milioni di vaccinazioni somministrate che ci dividono dalla Gran Bretagna. Non sappiamo tra quanto tempo potremo averle".

 

 

 

 

Il tema delle riaperture si lega a quello del coprifuoco, ma il governatore Pd dell'Emilia Romagna ribatte: "Non ho tempo da perdere per litigare sul coprifuoco. Devono arrivare 50 milioni di dosi entro fine giugno, altre 80 per fine settembre. Se questo piano verrà rispettato, entro fine settembre ci saranno dosi in abbondanza per vaccinare tutti". E poi, nello specifico, il drammatico contro-appello rivolto indirettamente proprio a Galli: "Non ho mai ricevuto così tante mail e messaggi come in questo periodo: messaggi di disperazione, che non mi capitava da tempo immemore nella ricca Emilia-Romagna. C’è gente che non riceve stipendio da mesi, alcuni non lavorano da un anno". Tradotto: da virologo, la preoccupazione di Galli è solo quella di mettere in sicurezza sanitaria il Paese. Quella di Bonaccini e di un amministratore, quello di garantire un futuro al Paese dopo che l'emergenza sarà passata. Su questo crinale scivolosissimo sta provando a muoversi Draghi, dopo un anno in cui l'ex premier Giuseppe Conte ha scelto costantemente il primo versante.

 

 

 

 

"La decisione di Draghi è politica, molti dentro il Cts non erano d’accordo con la scelta di queste riaperture - è il commento di Andrea Scanzi, anche lui in collegamento -. È stato bravo ad avere coraggio, ma ne riparleremo tra qualche settimana." "Il discorso del coprifuoco - aggiunge la penna del Fatto quotidiano - è palesemente un pretesto: voglio vedere se ci saranno molti controlli per rispettarlo o meno. Salvini, con la sua raccolta firme, si è coperto di ridicolo. Però non ha il coraggio di votare con la Meloni".

 

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