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Otto e mezzo, Matteo Renzi sbugiarda Giannini in tempo reale: la foto dell'assegno pagato a Carrai dal direttore

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"Non ha mai pagato Marco Carrai per non venire querelato?". Matteo Renzi lo chiede a Massimo Giannini, direttore della Stampa, e promette: "Domani controllo". In realtà riesce a farlo in tempo reale, mentre a Otto e mezzo se le sta dando di santa ragione con Lilli Gruber e Marco Travaglio. Giannini, in collegamento con La7, aveva smentito categoricamente di essere mai stato condanno per diffamazione nei confronti di Renzi e del suo stretto collaboratore Carrai, e quando il leader di Italia Viva gli chiede di un eventuale contenzioso chiuso in via preliminare, il direttore replica: "Non mi risulta, non me lo ricordo". 

 

 

 

 

Su Twitter, ecco quindi il siluro di Renzi, che pubblica la prova. Si tratta di una comunicazione firmata dallo stesso Giannini, che afferma: "Con riferimento all'articolo dal titolo 'Il groviglio armonioso del salvataggio Mps' apparso su La Repubblica del 22 ottobre 2016, desidero rappesentarLe che non ho inteso offendere la Sua reputazione professionale e personale. Mi auguro che la presente valga a risolvere ogni possibile malinteso e La saluto cordialmente". In allegato, la copia di un assegno da 3.000 euro intestato a Marco Carrai a titolo di risarcimento. 

 

 

 

 

 


"Ecco la prova che Giannini mente", twitta Renzi. Su social i suoi sostenitori esultano, e c'è chi scrive ironicamente: "Da sotto il tavolo". Effettivamente l'ex premier, uomo dalle mille risorse, su una cosa è incontestabile: la capacità di rispondere, contrattaccare, insultare e incassare insulti su tre fronti differenti e contemporaneamente riuscire pure a pubblicare qualcosa sui social, in tempo reale. 

 

 

 

 

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