Cerca
Logo
Cerca
+

Barbara Palombelli, "ci vediamo in tribunale": dopo il linciaggio passa al contrattacco, chi trema

  • a
  • a
  • a

Ora basta. Barbara Palombelli, dopo le scuse per la frase infelice sul femminicidio, passa al contrattacco. E minaccia querele. In molti, infatti, hanno puntato il dito contro di lei, spesso con toni oggettivamente inaccettabili. Si pensi, per esempio, alla solita Selvaggia Lucarelli che ha parlato di lei come "donne che ri-uccidono le donne".

Per onor di cronaca, ricordiamo la frase uscita male nel corso di Forum alla Palombelli e che ha sollevato il polverone: "Come sapete, negli ultimi sette giorni ci sono stati sette delitti, sette donne uccise presumibilmente da sette uomini. A volte è lecito domandarsi se questi uomini erano completamente fuori di testa oppure c’è stato un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda, dobbiamo farcela per forza perché in questa sede, in un tribunale, dobbiamo esaminare tutte le ipotesi".

 

Dunque, la conduttrice aveva precisato: "Chiedo scusa se qualcuno sentendo solo quella frase ha capito che io sono passata dall’altra parte, cioè a giustificare i femminicidi". E ovviamente non era sua intenzione, nemmeno lontana, quella di giustificare i femminicidi.

 

Come detto ora, nella mattinata di sabato 18 settembre, la Palomba ha però sbottato. E su Facebook ha scritto quanto segue: "Sono stata vittima di una diffamazione senza precedenti. Il mio nome, accostato alla istigazione e alla giustificazione della violenza sulle donne - ha premesso, in modo molto duro -. Tutti coloro che si sono resi protagonisti di questa palese falsità ne risponderanno in tribunale. Non posso accettare una simile aggressione completamente ingiustificata e superficiale. Aspetto le scuse dei rappresentanti delle istituzioni che non si sono documentati sui fatti prima di emettere sentenze via web. Continuerò a porre domande – anche scomode – perché è il mio mestiere. Ma non accetterò diffamazioni, da qualunque parte siano arrivate. La diffamazione è un reato e io credo nella giustizia". Insomma, il più classico dei "ci vediamo in tribunale".

 

Dai blog