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The Voice Senior, il segreto della "formula Clerici": rumors da dietro le quinte

Alessandra Menzani
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Gli esperti di tv dicono che alla fine è il format che vince, e non il conduttore. Nel caso di The Voice Senior si può essere certi che il conduttore, o meglio la conduttrice Antonella Clerici, offre al format quel plus che sta rendendo possibile un successo travolgente ogni venerdì sera. Una conduzione calda, la sua, come è il suo carattere, a differenza di tanti colleghi maschi che nel talent hanno offerto solo tempi scanditi alla perfezione e rigore.

E questo funziona, insieme a una giuria che sulla carta sembra un po’ strampalata ma che insieme fa scintille. A giudicare i cantanti non più giovanissimi ci sono infatti Gigi D’Alessio, Lorendana Bertè, scatenata benché reduce da un recente stop per motivi di salute, la cantante e showgirl Arisa, sempre imprevedibile, e il rapper Clementino. Battibeccano tra loro ma senza gli eccessi di altri programmi simili in cui la rissa tra i giudici è diventato l’elemento portante.

 

 

 

LA FORMULA

Nell’ultimo appuntamento in prima serata su Raidue The Voice Senior ha vinto gli ascolti con 3.673.000 telespettatori e il 23,2% di share. Su Canale 5 Terra Amara ha ottenuto 2.910.000 telespettatori e il 16,5%. La puntata era l’ultima dedicata alle cosiddette Blind Auditions, ossia le audizioni al buio. I giudici, come di consueto, hanno ascoltato e giudicato i concorrenti senza poterli vedere. Se la voce li convince, il coach ruota la sedia e si aggiudica il concorrente in squadra.

 

 

 

Da quest’anno i giudici hanno avuto un’arma in più da giocare per costruire la squadra: oltre al solito tasto «Blocco», che impedisce ad un altro coach di scegliere il concorrente, da quest’anno c’è il tasto «Seconda Chance» che consente di far esibire di nuovo un concorrente nel caso in cui non abbia convinto nessuno al primo tentativo. Una volta completate le squadre, arriva la selezione. Ciascun mentore sceglie sei dei più talentuosi da portare venerdì prossimo al «Knock Out», la semifinale di The Voice Senior. Sarà il coach a decidere chi far andare avanti nella gara e solo tre concorrenti per team accederanno alla spettacolare «Finale» dove sarà il pubblico da casa tramite il televoto a decretare chi vincerà la quarta edizione. Oltre alle performance dei concorrenti in sfida, non mancheranno le esibizioni dei coach e i duetti con i concorrenti, le improvvisazioni e le «guest star» che impreziosiranno la serata con le interpretazioni dei loro più grandi successi. Una grande festa e, considerando che qui non ci sono cantanti giovanissimi come a X Factor e Amici, per molti sarà un’occasione di rivalsa e di riscatto, per altri la possibilità di esibirsi nuovamente su un palcoscenico importante, per alcuni la chance di realizzare un sogno inseguito da tanto tempo.

 

 

 

LE STORIE

Di sicuro, i Senior non hanno nulla da perdere, e questo garantisce più autenticità. In questo senso Antonella Clerici fa un po’ la “nipotina” dei concorrenti che vanno sui settanta o ottanta anni. Le storie sono spesso commoventi: alcuni hanno dovuto lasciare il canto (e il proprio sogno, in definitiva) perché dovevano guadagnarsi il pane dopo la morte dei genitori; uno di loro ha dovuto lasciare la professione perché era uno dei naufraghi della Costa Concordia; c’è anche qualche desaparecido, tipo Mario Losini, secondo a Sanremo nel 2004, o Danilo Amerio, podio a Sanremo negli anni Novanta, personaggi che per qualche ragione hanno lasciato carriere di alto livello e ritrovano una nuova popolarità televisiva.

C’è stato anche un piccolo colpo di scena. La concorrente Maria Gabriella Zappacosta da Sora, in provincia di Frosinone, è stata accompagnata sul palco da una amica decisamente speciale. Si tratta di Maria Teresa Reale, la concorrente che ha vinto proprio The Voice Senior nella scorsa edizione. C’era poi Pino Maragno, affettuosamente ribattezzato dalla Clerici «il nostro Elvis Preasley». Stesso ciuffo, stesso look anni Cinquanta e stessa voce: è entrato nei magnifici 12 selezionati nel corso delle blind audition grazie alla sua esibizione ma anche alla grande empatia e carica umana dimostrate sul palco, con tanto di lacrime commosse. Insomma, i momenti emozionanti e genuini non mancano. Altro che influncer da strapazzo. Ancora una volta, è il pubblico non giovanissimo a determinare il successo nonostante tante manie e mode snob-giovanilistiche di cui non si sente sempre il bisogno.

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