Terrorismo: 'Grazie Italia', gen. Dozier festeggia 30 anni liberazione da Br (2)

Cronaca

(Adnkronos) - Dopo l'intervento del prefetto Ansoino Andreassi, una vita nell'antiterrorismo, che ha ricordato come clima di quegli anni di piombo costituirono ''una minaccia alla democrazia'', e percio' ''la vittoria sul terrorismo e' stata una vittoria di tutti'', e' stato Perna a ricostruire nel dettaglio l'operazione che porto' alla liberazione di Dozier. ''Tutto duro' pochi secondi. E' stato il blitz piu' importante della storia italiana -ha rivendicato l'ex capo del commando Nocs- arrivammo con un camion di una ditta di trasporti davanti alla palazzina di via Pindemonte dove era prigioniero Dozier. Nessuno ne ne era accorto: abbiamo preso due ascensori diversi''. ''Nel mio commando di incursori -ha riferito a distanza di trent'anni da quel blitz- c'era un uomo di una forza straordinaria. Fece volare la porta provocando un boato che sorprese i brigatisti''. Si chiama Salvatore C.: e' anche lui in seconda fila, e ricorda bene quella mattina, stampata nei ricordi di carriera di tutti i suoi colleghi, 'armadi a muro' che ancora oggi sono di poche parole e operativi, anche se qualcuno ha riconsegnato il distintivo ed e' in pensione. Tra loro, un pugile di pesi massimi e due esperti di karate. ''Ho condotto il blitz con 12 uomini del Nocs -ha sottolineato Perna- non sapevo se la porta d'ingresso del covo fosse blindata. Per accertarlo, usai uno stratagemma: un'ora e mezzo prima di far scattare l'operazione, feci una ricognizione al piano con una volontaria della polizia''. Sullo stesso pianerottolo dell'apparemento dove era tenuto prigioniero il generale della Nato, costretto ad ascoltare musica a tutto volume per non ascoltare le conversazioni dei suoi carcerieri, c'era uno studio dentistico: ''Feci finta di essere un paziente -ricorda Perna- ho simulato di andare li'. Dopo tutte le incursioni fatte, un po' di esperienza di porte l'avevo. Quella non era blindata, non era necessario usare l'esplosivo''. (segue)