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Ignazio Marino, mule: "Ho pagato, ma non dovevo". L'aula: "Dimissioni, dimissioni"

Gian Marco Crevatin
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"Buffone, buffone": è bagarre in consiglio comunale a Roma, dove è intervenuto il sindaco Ignazio Marino, chiamato a riferire sul caso multe non pagate. Marino è stato interrotto più volte dal pubblico in aula mentre anche alcuni consiglieri sono stati richiamati all'ordine. Le reazioni dell'assemblea capitolina, che ha intimato più volte al sindaco democratico di dimettersi, non hanno però scalfito l'umore del sindaco, che a tal proposito si è detto tranquillo: "Per quanto mi riguarda non ci sono dimissioni né elezioni in vista: andiamo avanti in modo convinto e deciso". "Non dovevo, ho pagato" - Come detto, all'ordine del giorno c'erano le multe prese con l'ormai celeberrima Panda rossa. "Ho pagato all'ufficio postale con semplici bollettini per un totale di 1.021,52 euro. Non dovevo pagare ma ho voluto pagare", ha rimarcato nel corso del suo intervento in Campidoglio. "Ho pagato per non creare un conflitto tra sindaco e amministrazione", ha aggiunto Marino, respingendo la richiesta di dimissioni. "Sarebbe l'unico caso al mondo in cui si chiede di dimettersi a un sindaco che ha pagato multe che non doveva pagare". La multa, le scuse - "La mia auto è stata fotografata anche in divieto di sosta. Anche di questo mi assumo la responsabilità e chiedo scusa ai romani e alle romane", ha spiegato il sindaco, che ha aggiunto che "per quella infrazione non ho ricevuto nessuna multa, purtroppo non sono passati i vigili a controllare penso che i controlli vadano rafforzati ovunque". "Tutti possiamo sbagliare - spiega - ma bisogna saperlo ammettere ed essere pronti a rimediare. Per questo vi assicuro che non smetterò di essere inflessibile sul rispetto delle regole per me stesso e per la città di Roma", e in ogni caso ha specificato "trattasi un errore di gravità limitata che non ha prodotto danni a nessuno e a cui si è rimediato, errore che non giustifica questo clamore".

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