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Cesare, Colombo, Tomba

Domani le idi di marzo

Albina Perri
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C'è una data che quasi tutti gli italiani ricordano bene: quelle idi di marzo che hanno segnato il corso della storia romana e che, inevitabilmente, sono state soggetto di interrogazione di storia o protagoniste di una versione di latino. Domani, guarda caso, è il giorno fatidico delle idi di marzo. “Cesare, guardati dalle idi di marzo”, era stata la profezia del veggente Spurinna, condannato a dire la verità e a non essere mai creduto. Cesare infatti non gli diede troppa retta e venne ucciso da ventitrè congiurati guidati da Bruto e Cassio. La fine nel sangue di pontifex maximus. “Le idi di marzo hanno cambiato tutto”, scrisse ad un mese di distanza dal delitto Marco Tullio Cicerone. In effetti ci aveva visto lungo, perché il 15 marzo “raccoglie” una lunga fila di anniversari. Nella storia, alla data del 15 marzo, si associano avvenimenti felici come il rientro a Palos de la Frontera di Cristoforo Colombo, neoscopritore inconsapevole dell'America (1493), oppure drammatici come la decisione dello zar Nicola II di abdicare nel 1917 alla vigilia della rivoluzione russa; o ancora avvenimenti politici come la proclamazione da parte del Sudafrica della Repubblica (1961). E ancora, avvenimenti di rilevanza scientifica come la scoperta di 90377 Sedina, l'oggetto spaziale più lontano osservato nel Sistema solare. C'è anche della gloria sportiva: nel 1995 Alberto Tomba riportò in Italia dopo 20 anni la Coppa del mondo di sci.

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