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Sindrome di Alcock, il calvario di chi soffre di nevralgia del nervo pudendo: i sintomi e le possibili cure

Giulio Bucchi
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Una patologia avvolta dal mistero: difficile da diagnosticare e da curare, in Italia scarsamente considerata da medici e ricercatori, cronica e in grado di condizionare in negativo la vita di chi ne soffre. La nevralgia del nervo pudendo, conosciuta anche come sindrome di Alcock, colpisce la zona pelvica ed è causata in oltre nove casi su dieci da un'infiammazione o danneggiamento del pudendo, quel nervo che controlla anche le funzioni dell'ano e della vescica e interviene nell'intensità del piacere sessuale. Spesso la sindrome si scatena in seguito a traumi, interventi chirurgici e attività sportive, specialmente il ciclismo. Il sintomo principale è il dolore nelle zone innervate. Può essere simile a pugnalate, come punture di spilli, oppure a un bruciore intenso. Le conseguenze? Il 70,4% degli intervistati non ce la fa a rimanere seduto. E addirittura il 34,8% è costretto a stare tutto il giorno sdraiato. Una patologia che spesso viene scambiata dagli stessi medici per problematica psicologica. La ricerca della AINPU - A scattare una foto sulla situazione reale di chi ne soffre è un'indagine condotta dall'AINPU, Associazione Italiana Neuropatia del Pudendo, attraverso un questionario on line sul sito dell'Associazione stessa, tuttora in corso. Questa indagine, unica nel suo genere, rappresenterà un fondamentale punto di partenza. Secondo i primi dati elaborati, ben sette malati su dieci sono incappati in più di una diagnosi errata, iniziando così un vero e proprio calvario. "I medici di base in genere rappresentano il primo filtro ma non sanno mettere a fuoco il problema - spiega la dottoressa Rossella Venturi, specialista dell'Unità Operativa del dolore all'Ospedale di Piacenza - e pertanto, neppure indirizzare il paziente verso l'ospedale giusto, dove potrebbe essere preso in carico e curato ad hoc". A complicare la vita di chi ne soffre c'è la scarsa presenza di informazioni al riguardo. Il paziente di solito arriva al centro di cura per passaparola, il più delle volte via forum e chat, dopo periodi di sofferenze acute molto lunghi. Uno degli obiettivi dell'Associazione, oltre a fare chiarezza agli stessi malati, è migliorare la formazione medica e far sì che lo Stato riconosca la nevralgia del nervo pudendo quale malattia rara. Per ora, in mancanza di certezze condivise, anche le cure variano da caso a caso: il 73% degl intervistati ricorre alle cure farmacologiche ma ben il 24,8% ha risposto "altro". Si va da cambiamenti nell'ambito dell'alimentazione all'assunzione di integratori, fino alla pratica dello yoga. "Confidiamo nella ricerca, che ora viene portata avanti soprattutto all'estero - conclude la dottoressa Venturi -. Sono allo studio nuovi antidolorifici più mirati. E tecniche chirurgiche conservative". E' recente la notizia riportata sulla rivista Orphanet, relativa a un vasto studio condotto sulla decompressione del nervo pudendo per via chirurgica, che in sette casi su dieci ha portato a un miglioramento dei dolori a distanza di un anno dall'intervento. Inoltre, sempre come indicato su Orphanet, sono stati registrati dei risultati positivi anche per quanto riguarda il blocco del nervo pudendo attraverso un'iniezione locale, anche se purtroppo al momento i benefici scompaiono nel breve termine.

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