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Alcon: ecco i nuovi prodotti per contrastare la cataratta

Sviluppati dispositivi chirurgici che non solo ripristinano un'elevata quantità della vista, ma sono in grado di restituirle una buona qualità dopo l'operazione di sostituzione del cristallino

Maria Rita Montebelli
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Sono oltre 20 milioni nel mondo le persone che hanno perso la vista a causa della cataratta, una condizione dovuta nella maggior parte dei casi all'invecchiamento e che consiste nella progressiva opacizzazione e nell'indurimento del cristallino, una 'lente' contenuta nel nostro occhio tra l'iride e il corpo vitreo. A livello globale è la prima causa di cecità prevenibile – ovvero reversibile – primato negativo dovuto soprattutto ai casi che si verificano nei paesi in via di sviluppo, dove in molto spesso non si hanno le risorse necessarie per effettuare l'operazione necessaria a riacquistare la vista. I dati Istat relativi alla cataratta in Italia mostrano che ne è affetto l'8,5 per cento della popolazione tra i 70 e i 74 anni, il 12,4 per cento nei cinque anni successivi e il 17,1 per cento di chi supera gli 80 anni. More to see. Il maggiore stress a carico degli occhi dovuto ai ritmi lavorativi e al rapporto quasi simbiotico che abbiamo con computer e smartphone, e il generale invecchiamento della popolazione dovrebbero farci alzare i livelli di guardia nei confronti di patologie che colpiscono la vista. Eppure non sembra essere così: voluto da Alcon, la divisione oftalmica di Novartis, il sondaggio ‘More to see' ha portato alla luce una scarsa conoscenza della cataratta. L'80 per cento del campione – oltre 5 mila gli intervistati tra Europa, Medioriente e Africa – ha dimostrato una scarsa, se non nulla, conoscenza della cataratta, inoltre solo il 43 per cento era a conoscenza del fatto che si trattasse di una condizione dovuta all'invecchiamento e più della metà (il 55 per cento) non ha saputo nominare più di un sintomo. Questo malgrado la consapevolezza dell'importanza della vista per una buona qualità della vita, tanto l'89 per cento degli intervistati ha asserito che smetterebbe di fare le cose che ama se fosse colpito da cataratta. Quantità e qualità. Dalla cataratta si può guarire con una operazione chirurgica che consente la sostituzione del cristallino con una lente intraoculare. Ma anche in questo ambito la disinformazione la fa da padrona: il 75 per cento del campione infatti non sa che è possibile non solo sbarazzarsi della cataratta ma anche correggere altri difetti della vista. Infatti non tutte le lenti intraoculari sono uguali, proprio come gli occhiali da vista o le lenti a contatto, e un consulto con il proprio oculista potrebbe essere utile a determinare il tipo di lente più appropriato. Inoltre c'è un altro parametro da tenere in considerazione, la qualità della vista. Sicuramente siamo abituati a valutare in decimi la nostra capacità di visione, ma non sempre avere 'dieci decimi' vuol dire avere una vista di buona qualità, nitida e con un ampio campo visivo, magari anche di notte. Proprio guardando a questo parametro ha prestato particolare attenzione Alcon nello sviluppare la nuova lente Clareon - interamente costituita da biomateriali innovativi in grado di garantire una elevatissima qualità della vista inalterata nel tempo - e il device di impianto Autonome, entrambi freschi di approvazione da parte della Commissione europea e presentati negli scorsi giorni a Lisbona durante il XXXV congresso della European society of cataract and refractive surgeon (Escrs). Il device d'impianto è innovativo: è precaricato con Clareon, in modo da minimizzare le probabilità di contaminazione ambientale della lente e il suo design è studiato per dare benefici sia al paziente che al chirurgo: il suo meccanismo di impianto è infatti automatizzato e attivato dal rilascio di anidride carbonica di una capsula all'interno del dispositivo. Il chirurgo controlla la pressione del gas con una sola mano, alzando o abbassando una leva presente sul device, mantenendo il controllo e il comfort per tutta la durata dell'operazione. (MATILDE SCUDERI)

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