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I numeri del diabete crescononecessario ‘passare all'azione'

Dal Global diabetes policy forum è stato lanciato un appello alle istituzioni e a tutti gli attori del sistema salute per fermare con interventi concreti una patologia sempre più diffusa

Maria Rita Montebelli
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Dalla terza edizione del Global diabetes policy forum arriva una vera e propria chiamata alle armi contro il diabete: tante le terapie disponibili, tanta la conoscenza di questa patologia raggiunta grazie agli incessanti sforzi della ricerca scientifica ma adesso occorre concretizzare, passare all'azione. Sono stati più di 100 gli esperti – specialisti, esponenti delle associazioni di pazienti e policy maker – che si sono riuniti a Roma per questo summit, voluto da Astrazeneca in collaborazione con l'International diabetes federation (Idf), la World heart federation e la Primary care diabetes Europe e patrocinato dal Ministero della salute, dal Gruppo interparlamentare sul diabete, dalla Società italiana di diabetologia (Sid) e dall'Associazione medici diabetologi (Amd). A distanza di un anno dalla Dichiarazione di impegno firmata a Berlino l'obiettivo è quello di fare il punto sui risultati raggiunti nei singoli Paesi e sollecitare nuovamente la revisione degli attuali modelli assistenziali per agire più precocemente nella prevenzione, diagnosi e cura, garantendo accesso alle terapie di nuova generazione in un quadro di appropriatezza prescrittiva. "L'International diabetes federation è lieta di sostenere questa importante iniziativa che mira a ottenere vantaggi concreti per le persone affette da diabete in tutti i Paesi e nei diversi scenari – ha affermato il presidente dell'Idf Shaukat Sadikot - La diffusa prevalenza del diabete non mostra segni di regressione ed è quindi fondamentale che un ampio ventaglio di stakeholder si riunisca per incoraggiare e sostenere la necessaria riforma politica". Il diabete continua a rappresentare una vera e propria emergenza sanitaria mondiale che colpisce oltre 400 milioni di persone nel mondo, un numero destinato a crescere. Secondo i recenti dati Istat, in Italia il diabete colpisce più di 3 milioni di persone, il 90 per cento delle quali è affetto da diabete di tipo 2; a queste si aggiungono circa 1 milione di persone inconsapevoli di essere affette da diabete e 1 milione di persone a rischio di sviluppare la patologia. Dal 2001 al 2016, la prevalenza del diabete è passata dal 3,9 per cento al 5,3 per cento, vale a dire 1 milione di malati in più. Il diabete rappresenta anche una delle patologie a più alto impatto per la sostenibilità economica del sistema. Alcune stime parlano di un costo annuo pari a 20,3 miliardi di euro, il 53 per cento dei quali rappresentato da costi diretti sanitari, relativi soprattutto alle ospedalizzazioni; i costi indiretti, il 47 per cento del totale, sono invece in massima parte legati al pensionamento anticipato, dovuto principalmente all'incapacità, parziale o totale, di lavorare. Per quanto riguarda l'Italia, il gruppo di lavoro composto da tutti gli stakeholder della patologia – Ministero della salute, policy maker, specialisti, medici di medicina generale e associazioni pazienti – ha individuato gli elementi di maggiore criticità ancora presenti in molte regioni del Paese. Il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, membro della 12° commissione igiene e sanità e presidente dell'intergruppo parlamentare ‘Qualità di vita e diabete' ha commentato: “Siamo onorati di ospitare in Italia questo terzo appuntamento del Global diabetes policy forum. Come rappresentante delle istituzioni italiane tengo a sottolineare che il lavoro iniziato con il Piano nazionale cronicità continuerà per colmare al più presto le disparità attualmente esistenti in Italia rispetto agli altri paesi europei e anche a livello regionale rispetto al ruolo che deve svolgere il medico di medicina generale, a vantaggio dei pazienti e dell'intero Servizio sanitario nazionale”. “Il diabete rappresenta una reale emergenza per le persone, le loro famiglie e il Sistema ed è purtroppo destinata a crescere come si vede dai recenti dati – ha aggiunto Antonio Ceriello, direttore del dipartimento di endocrinologia, diabetologia e malattie metaboliche di Multimedica e firmatario della Dichiarazione di Berlino - È urgente quindi che anche in Italia si arrivi ad una presa in carico dei pazienti integrata, che preveda un ruolo attivo dei medici di medicina generale nella prescrizione delle terapie di nuova generazione per garantire il rispetto dell'appropriatezza, l'accesso uniforme alle migliori cure disponibili per i pazienti”. (MATILDE SCUDERI) Le 10 azioni prioritarie 1.   Garantire al paziente la continuità del percorso di gestione integrata attraverso un'offerta omogenea di soluzioni organizzative come dal Piano nazionale cronicità e nel rispetto delle specificità regionali 2.   Definire ruoli, responsabilità e competenze professionali dei vari attori che partecipano alla gestione integrata del percorso 3.   Valorizzare il ruolo del personale infermieristico all'interno del team multidisciplinare nelle attività di prevenzione, counseling e follow up 4.   Investire in programmi di formazione e aggiornamento continuo della classe medica, a partire dalla medicina generale 5.   Garantire alla medicina generale la possibilità di utilizzare gli strumenti terapeutici più appropriati ed efficaci attraverso l'apertura alla prescrizione di tutti i farmaci antidiabetici di nuova generazione, in stretta collaborazione con gli specialisti 6.   Realizzare campagne educazionali e informative per i cittadini per promuovere una maggiore attenzione agli stili di vita e la corretta conoscenza della patologia diabetica 7.   Incentivare programmi di formazione per le associazioni di pazienti per un maggior coinvolgimento e responsabilizzazione nel percorso di cura 8.   Promuovere la ricerca attiva di soggetti a rischio con programmi di screening opportunistici per migliorare la diagnosi precoce 9.   Superare i limiti tecnici di interoperabilità tra sistemi informativi per lo scambio delle informazioni e potenziare le infrastrutture tecnologiche 10. Definire e monitorare indicatori di processo e di esito omogenei a livello nazionale con l'obiettivo di migliorare la programmazione sanitaria e l'allocazione delle risorse.

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