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Pfas: analisi Mario negri, acque Milano sono sicure

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Milano, 19 ott. (AdnKronos Salute) - Nelle acque di Milano la caccia a un'eventuale presenza di composti perfluoroalchilici - saliti alla ribalta delle cronache per il caso Pfas in Veneto - è partita diversi anni fa e "dai risultati della ricerca iniziale e dal successivo monitoraggio è stata confermata la sicurezza della rete idrica cittadina, sia considerando le singole sostanze che l'intera miscela. Le sostanze perfluorurate, nello specifico, quando rilevabili sono presenti con concentrazioni inferiori di circa mille volte ai limiti imposti dal ministero della Salute alla Regione Veneto". Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, fa il punto sul percorso avviato dal gestore del servizio idrico meneghino MM Spa nel 2009 con i ricercatori dell'Irccs e il sostegno di Fondazione Cariplo. "Il nostro Istituto - spiega lo scienziato italiano - ha effettuato diverse campagne di misura sulle acque potabilizzate raccolte da 21 pozzi milanesi. Le misurazioni hanno riguardato tutti i nuovi contaminanti come i farmaci, sostanze ormonali naturali e sintetiche, sostanze stupefacenti, disinfettanti, sostanze utilizzate per la cura del corpo (che includono deodoranti, detergenti, filtri solari), alchilfenoli, le sostanze di largo uso come caffeina e nicotina ed i loro metaboliti oltre ai composti perfluorurati (Pfos e Pfoa)". Nel capoluogo lombardo si è cominciato a prestare attenzione ai composti perfluoroalchilici, una categoria di inquinanti ubiquitari sui quali i ricercatori sono impegnati per chiarire tutti gli effetti sulla salute umana, dopo che nel primo decennio del 2000 sono stati messi al bando negli Stati Uniti. Dalla partnership fra MM Spa e Mario Negri parte un progetto di ricerca per la mappatura dell'inquinamento nella falda idrica milanese superficiale e profonda da inquinanti emergenti di origine antropica non normati. Era il 2010-2012. Nel 2013-2015 il progetto ottiene un'estensione per la caratterizzazione degli stessi inquinanti nelle acque potabilizzate di MM, immesse in rete. L'attività va avanti e nel 2015 il laboratorio di MM Spa viene implementato con nuovi strumenti che permettono ai chimici la messa a punto del metodo per la quantificazione di Pfos, Pfoa e altri composti perfluorurati mediante una tecnica analitica di ultima generazione. E, ancora, nel 2016 è stata condotta una campagna di analisi per la ricerca e quantificazione di questi composti emergenti che è andata ad arricchire la banca dati di MM. I controlli - che sono stati fatti sia nelle acque destinate al consumo umano distribuite che nelle acque grezze - servono a monitorare la falda, spiegano i promotori, "così da trovarsi pronti il giorno in cui venissero normati". Al momento, infatti, non sono stati fissati limiti nazionali, ma dovrebbe essere in arrivo una direttiva europea sul tema. Intanto, tenendo come riferimento i limiti imposti dal ministero alla Regione Veneto, applicabili in Italia per tipologia di composto, gli esperti spiegano che dai dati raccolti dal 2010 dagli enti di ricerca super partes e dalle recenti analisi eseguite dal laboratorio di MM Spa, "non si evincono dei superamenti dei limiti dei composti perfluorurati sia per le acque grezze sia per le acque destinate al consumo umano (potabili). Quindi nessuna contaminazione in atto nella città di Milano". MM, sottolinea il presidente Davide Corritore, "nel corso di questi anni ha investito nella ricerca di sistemi di monitoraggio in grado di verificare in modo tempestivo possibili variazioni impreviste del chimismo dell'acqua. La sicurezza dei cittadini è prioritaria nella gestione di un servizio pubblico. Con questa indagine guardiamo al futuro, anticipando anche quelle che potranno essere prossime linee guida".

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