I fumetti contro le bufale in reteesposti in mostra a Let's science!
L'iniziativa ideata e promossa dalla Fondazione Ibsa mira a contrastare le fake news e a promuovere la cultura scientifica con due armi molto potenti: corretta divulgazione e linguaggi creativi
Contrastare le fake news? Si può – e si deve – farlo con una corretta comunicazione. La battaglia intrapresa da Fondazione Ibsa si avvale di due ‘armi': divulgazione scientifica e linguaggi creativi, come ad esempio il fumetto. Per promuovere la cultura scientifica la fondazione ha ideato la mostra ‘Let's science!', nell'ambito della quale sarà possibile ammirare l'esposizione dei fumetti realizzati nell'ambito della collana di libri ‘I ragazzi di Pasteur' e partecipare al concorso 'Bufale in rete'. La mostra sarà visitabile nella Galleria San Fedele di Milano in Via Hoepli 3/b fino a domani, domenica 21 gennaio, ma nel frattempo la Fondazione Ibsa ha fatto il punto sui primi giorni di incontri ed eventi. Infatti, oltre ai fumetti esposti, si sono tenuti diversi workshop che hanno coinvolto adulti e studenti sull'educazione scientifica e sulle possibili risposte al fenomeno delle fake news, soprattutto in ambito scientifico. “I visitatori hanno apprezzato sin dal giorno dell'opening la possibilità, grazie ai fumetti esposti, di fare un percorso attraverso verità scientifiche e fake news, in un contesto che ha saputo valorizzare la creatività dei ragazzi che hanno preso parte al progetto”, ha commentato Silvia Misiti, direttrice della Fondazione Ibsa. Di grande interesse anche i contenuti emersi dagli workshop organizzati nell'ambito della mostra. Il primo evento dedicato alle scuole ha permesso di approfondire, insieme al giornalista scientifico Gianluca Dotti e a 'Scuolazoo', anche le conseguenze sulla reputazione online di chi condivide le bufale, rivelando al tempo stesso alcuni piccoli trucchi per smascherarle. Una partecipazione attiva e incuriosita da parte dei ragazzi ha permesso di identificare alcuni temi a loro particolarmente cari sull'uso dei social network e di insegnare loro a usare questi strumenti in maniera consapevole. Questi i temi maggiormente affrontati: - La condivisione di contenuti su qualunque social rimane per sempre - Se si sostiene con un like una bufala, si contribuisce a diffondere una notizia falsa, compromettendo la propria reputazione - Il numero delle condivisioni e dei like, non è un parametro affidabile per valutare l'attendibilità di una notizia - I contenuti fortemente emozionali molto spesso sono falsi. Un'informazione scientifica deve essere equilibrata in tutti i suoi aspetti, emotivi e razionali - Controllare la Url della pagina. Le bufale sono spesso condivise da siti sconosciuti o con nomi che volutamente ricordano testate famose - La scienza non è un sistema di verità assolute: ci possono essere temi controversi, soprattutto nella ‘scienza di frontiera'. Se ci si imbatte in affermazioni troppo perentorie e poco documentate, è probabile che siano poco attendibili. Il secondo momento di incontro si è svolto nella serata di sabato 13 e ha visto salire sul palco Silvia Bencivelli, giornalista scientifica, conduttrice tv ed esperta di bufale, che ha moderato un vivace dibattito tra esperti per indagare i nuovi linguaggi e le nuove forme dell'educazione scientifica. Protagonisti di questo confronto Pier Paolo Di Fiore, ordinario di patologia generale all'università di Milano, e Luca Raffaelli, giornalista, sceneggiatore ed esperto di fumetti. Cosa ci riserva il futuro? “In Italia la consapevolezza scientifica è molto bassa, inoltre l'uso di internet e dei social è in esponenziale aumento. Per questo la Fondazione Ibsa ha voluto lanciare, grazie a ‘Let's Science!', un appello a colmare il bisogno di una alfabetizzazione digitale delle giovani generazioni che possa rispondere efficacemente alle bufale scientifiche e alla loro crescente pericolosità - spiega Misiti - l'uso di tecnologie sempre più sofisticate, come il voice and face morphing e l'intelligenza artificiale, sono innovazioni utili e di grande aiuto, ma contro il cui uso inappropriato dobbiamo tutti iniziare ad essere maggiormente consapevoli, a cominciare dai ragazzi”. (MATILDE SCUDERI)