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Grasso epicardico, vittimasilenziosa dell'iperglicemia

L'iperglicemia rende le cellule ‘Manny tutto fare' meno efficienti e ne provoca un invecchiamento precoce. Anche questo meccanismo può contribuire alla peggiore prognosi cardiovascolare tipica delle persone con diabete

Maria Rita Montebelli
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La malattia cardiovascolare è la prima causa di morte nei pazienti con diabete mellito (DM); il 65 per cento dei pazienti diabetici di tipo 2 muore, infatti, per cardiopatia ischemica o infarto. I meccanismi che portano ad aterosclerosi nel DM sono complessi e possono essere sia di tipo metabolico sia infiammatorio. In questo contesto il tessuto adiposo rappresenta il minimo comune denominatore sottostante le diverse condizioni. Il tessuto adiposo epicardico (il grasso presente sulla superficie del cuore) è il principale tessuto adiposo presente in prossimità del cuore. Esso partecipa attivamente al funzionamento del miocardio non solo collaborando al suo metabolismo e regolandone l'afflusso di lipidi, ma anche con un vivace scambio di molecole che possono modulare localmente il tessuto cardiaco e vascolare. Da qui deriva l'interesse nel comprendere se alcune alterazioni di tale tessuto possano essere responsabili dello sviluppo e della progressione del danno cardiovascolare nel diabete. “Il nostro studio – spiega Serena Cabaro, Dipartimento di Scienze mediche traslazionali, Università Federico II di Napoli, una dei giovani ricercatori italiani presenti all'Easd grazie ad un travel grant della Società Italiana di Diabetologia SID - è andato a caratterizzare le cellule staminali presenti nel tessuto adiposo epicardico derivate da pazienti con diabete di tipo 2 sottoposti a bypass coronarico, per studiarne la capacità di mantenere le proprie caratteristiche in presenza di alterazioni metaboliche. L'isolamento di cellule staminali da grasso epicardico è eseguito nel nostro laboratorio grazie alla collaborazione con la cardiochirurgia della Federico II di Napoli. Una volta isolate, le cellule sono coltivate in vitro in modo da poterle amplificare e trattare con differenti stimoli metabolici associati al diabete, come l'iperglicemia”. In questo modo è stato possibile dimostrare che l'esposizione di queste cellule ad elevate concentrazioni di glucosio riduce l'espressione di importanti geni della staminalità ed induce senescenza nelle cellule staminali mesenchimali, che presentano, in aggiunta, alterazioni del potenziale differenziativo verso altre linee cellulari. L'iperglicemia influenza, dunque, lo stato strutturale e metabolico del tessuto adiposo epicardico, il quale si correla ad una peggiore prognosi delle patologie cardiovascolari. I risultati dello studio dimostrano dunque che elevate concentrazioni di glucosio alterano la plasticità delle cellule staminali mesenchimali derivate da tessuto adiposo epicardico, suggerendo una possibile riduzione del potenziale rigenerativo di tali cellule in condizioni di diabete. “E' sempre più importante capire come il grasso presente in distretti corporei specifici – afferma il professor Pietro Formisano, responsabile del Dipartimento di Scienze mediche traslazionali, Università Federico II di Napoli - possa essere danneggiato da alterazioni metaboliche e danneggiare, a sua volta, la funzione di organi e tessuti vicini”. Diabetes-like environment impairs differentiation and induces senescence of epicardial adipose tissue-derived mesenchymal stem cells Autori: S. Cabaro1,2, V. D'Esposito1,2, V. Parisi1, M. Lecce1,2, D. Liguoro1,2, A. Liotti1,2, I. Cimmino1,2, F. Oriente1,2,  D. Leosco1, F. Beguinot1,2, P. Formisano1,2.

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