Cerca
Cerca
+

Tumore ovaio, no allo screening senza sintomi e fattori di rischio

Le ricerche su pazienti ‘reali' migliorano i benefici dei farmaci e la pratica clinica, come dimostra la ricerca sulla trabectedina di Pharmamar, condotta su 224 pazienti di 50 Centri europei (18 strutture e 96 pazienti italiani)

Maria Rita Montebelli
  • a
  • a
  • a

Le donne senza sintomi e non a rischio di tumore all'ovaio non devono sottoporti allo screening. La raccomandazione arriva dalla US Preventive Services Task Force (Uspstf) e fa seguito a una revisione delle prove sui benefici e sui rischi dello screening per il carcinoma ovarico in donne asintomatiche che non sono a rischio elevato. Si tratta di un aggiornamento dalle indicazioni del 2012, secondo il quale non ci sono prove sufficienti sul legame tra screening e riduzione di questo tumore, anzi il rischio in alcuni casi è di provocare possibili danni, legati a interventi chirurgici non necessari. Data la mancanza di beneficio sulla mortalità dello screening e i danni da moderati a sostanziali che potrebbero derivare da risultati di test di screening falsi positivi e successivo intervento chirurgico, l'Uspstf afferma con moderata certezza che i danni dello screening per il carcinoma ovarico superano i benefici e il rapporto rischio/beneficio è negativo sottoponendosi allo screening. Proprio il tumore all'ovaio è stato uno dei temi principali del Congresso europeo di oncologia (Esmo), che si chiude oggi a Monaco di Baviera e che ha riunito oltre 27 persone tra specialisti, associazioni, esperti del settore, nel corso del quale sono stati presentati anche diversi studi del nuovo approccio ‘real life' cioè su pazienti della vita ‘reale'. Le sperimentazioni, infatti, coinvolgono pazienti selezionati, con l'obiettivo di testare efficacia e sicurezza di farmaci fino all'approvazione. «Negli studi di tipo ‘real life', invece, ci sono criteri di inclusione meno rigidi e si va a vedere ciò che accade davvero nella pratica clinica. La vita reale è diversa rispetto a quei pazienti dei trial ufficiali, che hanno criteri stringenti - spiega il professor Sandro Pignata, direttore dell'Unità di oncologia medica uroginecologica, presso l'Istituto Tumori Fondazione Pascale di Napoli - Gli studi registrativi dei farmaci includono il 3 per cento della popolazione che si vede in realtà negli ospedali, quindi una popolazione molto selezionata – prosegue l'esperto - Con le ricerche in ‘real life' vogliamo ribaltare questa proporzione e avere una risposta chiara su tutti, a prescindere da variabili come l'età o malattie concomitanti».  Per questo è stato condotto uno studio prospettico su una efficace molecola (trabectedina) contro il tumore dell'ovaio, prodotta da Pharmamar, in combinazione con doxorubicina liposomale pegilata (PLD) nei pazienti platino sensibili con recidiva di tumore ovarico indipendentemente dall'uso di antiangiogenico. Lo studio, di cui il professor Pignata è coordinatore internazionale e che è stato presentato al Congresso Esmo, ha coinvolto 224 pazienti in ‘real life' di 50 Centri europei (dalla Francia alla Spagna alla Germania), tra cui 18 strutture di tutta la penisola (da Milano a Napoli, da Aviano a Bari, da Torino a Roma a Brindisi) per un totale di 96 pazienti in Italia. «I risultati sono positivi soprattutto per due motivi – sottolinea l'oncologo - sia per l'efficacia paragonabile se non migliore rispetto agli studi che hanno portato alla registrazione del farmaco sia per l'inclusione di pazienti in più linee di trattamento. Significa che nel tempo è migliorata la pratica clinica e la gestione della terapia e dei pazienti. Molti continuano la cura senza problemi, poiché sono stati minimizzati anche gli eventuali effetti collaterali». I risultati dello studio, infatti, suggeriscono che la trabectedina più PLD è efficace nella recidiva del tumore dell'ovaio, indipendentemente dall'uso precedente di antiangiogenici. (EUGENIA SERMONTI) Le strutture coinvolte nello studio Ospedale S. Maria della Misericordia, Bergamo A.O. Papa Giovanni XXIII, Bargamo Ospedale S. Anna, Como A.O. Sacco, Milano Ospedale Cà Foncello, Treviso Centro Riferimento Oncologico Aviano (Pordenone) Ospedale Cardinal Massaia, Asti Ospedale di Gradenigo, Torino A.O.U. di Parma Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, Firenze Policlinico Universitario Agostino Gemelli, Roma Istituto Nazionale Tumori IRCCS Pascale, Napoli Università Federico II, Napoli Policlinico Universitario Monserrato (Cagliari) IRCSS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (Foggia) Istituto Tumori Giovanni Paolo II IRCSS, Bari ASL Brindisi ASL Lecce

Dai blog