Nutrizione clinica in oncologia: trattare la malnutrizione subito
Circa il 40 per cento dei pazienti oncologici in Europa è malnutrito, e un quarto dei pazienti malati di cancro muore a causa della malnutrizione e non per la progressione della malattia. Nuove indicazioni dall'Esmo di Monaco
Presentato al recente congresso della Società Europea di Oncologia (ESMO) di Monaco di Baviera il primo studio europeo condotto in Italia-Francia e Germania che dimostra l'importanza di trattare la malnutrizione nei pazienti oncologici fin dai primi stadi della malattia. 'Troppo poco, troppo tardi. La nutrizione in oncologia: un'opportunità per migliorare la cura' è il titolo dello studio clinico che, per la prima volta a livello europeo, pubblica i dati real word sullo stato di malnutrizione dei pazienti oncologici in Germania, Francia e Italia. La ricerca internazionale, sponsorizzata da Baxter, dimostra quanto una corretta e preventiva nutrizione clinica migliori lo stato di salute di questi pazienti. Ad oggi infatti solo una piccola minoranza di pazienti è sottoposta ad una valutazione dello stato nutrizionale e inizia una terapia nutrizionale clinica fin dalle prime fasi della malattia e della cura. Circa il 40 per cento dei pazienti oncologici è colpito da malnutrizione e si stima che un quarto muoia a causa della malnutrizione invece che a causa della progressione della patologia tumorale. La malnutrizione in questi pazienti può condurre alla perdita della massa muscolare, ad un aumento del rischio di impedimento fisico, a complicanze chirurgiche, a tossicità e ad una ridotta sopravvivenza. “Sul campione dei 69 mila pazienti con tumore metastatico gastrointestinale o uro-genitale analizzati, solo l'8.4 per cento ha ricevuto un supporto di nutrizione clinica. Quelli ai quali è stata somministrata - commenta il professor Francesco Di Costanzo, direttore di Oncologia Medica, Università Careggi di Firenze, e primo autore dello studio italiano – hanno dimostrato un significativo miglioramento in termini di sopravvivenza se comparati a quelli malnutriti; inoltre, un avvio precoce della nutrizione clinica per via parenterale è associata a miglioramenti significativi e ad una maggiore sopravvivenza sia nei pazienti con metastasi sia in quelli con tumori non metastatici. La consistenza di questi dati rafforza la convinzione che bisogna fare di più in quest'ambito. Siamo convinti – conclude l'oncologo – che è giunto il momento per la comunità medica degli oncologi di abbracciare e applicare la nutrizione clinica per ottimizzare la cura di questi pazienti”. Dallo studio tedesco e francese arrivano conferme. “Solo l'8 per cento dei pazienti malati di cancro – commenta il professor Ingolf Schiefke dell'Università di Leipzig in Germania – riceve la nutrizione parenterale domiciliare e più del 50 percento dei pazienti che hanno partecipato allo studio non è stato sottoposto ad uno screening dello stato nutrizionale a fronte di una manifesta cachessia che dimostra una ridotta efficacia delle cure oncologiche e una gestione più complessa. In media abbiamo visto che i pazienti che invece hanno ricevuto una terapia nutrizionale clinica hanno una maggiore sopravvivenza rispetto a chi non la riceve. Le nostre scoperte dimostrano che prima viene avviata la nutrizione clinica prima si evidenziano i benefici per i pazienti”. Simili i risultati dello studio francese ‘Malnutrition in cancer patients: is a late diagnosis a missed opportunity to improve care?' presentato al congresso dal professor Francois Goldwasser, direttore di Oncologia medica al Cochin Technical Hospital di Parigi. “Una diagnosi iniziale di malnutrizione nei pazienti con patologia tumorale, e un adeguato trattamento di nutrizione clinica, riduce i giorni di ricovero in ospedale. Anche nei pazienti metastatici, la frequenza dei ricoveri è significativamente diversa tra chi ha uno stato avanzato di malnutrizione non diagnosticato e chi è trattato con nutrizione artificiale parenterale. Una diagnosiiniziale può migliorare nettamente la salute dei pazienti per i quali questo tipo di intervento deve essere una priorità”, ha detto l'oncologo. In occasione dell'Esmo, Baxter ha anche sponsorizzato il simposio satellite 'Teamwork for Nutrition: migliorare i risultati clinici nei pazienti grazie ad un approccio multidisciplinare tra chemioterapia e nutrizione clinica' organizzato dalla Società europea di infermieri oncologici (Eons). Mettendo in evidenza l'importanza della collaborazione tra team multidisciplinari, il simposio ha fatto il punto su come informare correttamente il paziente, ma anche il medico, riguardo l'impatto della malnutrizione anche sull'efficacia delle terapie. Baxter aderisce alla Carta dei Diritti dei Pazienti Oncologici che include i servizi di nutrizione come parte della cura. Il documento è promosso dalla European cancer patient coalition (Ecpc) e dalla European society of surgical oncology (Esso). In Italia, già da due anni è stata pubblicata la 'Carta dei diritti del paziente oncologico' promossa e realizzata dal gruppo di lavoro Favo-Aiom e Sinpe che si concentra proprio sul tema della nutrizione clinica e sull'importanza della diagnosi precoce dello stato di malnutrizione nei pazienti oncologici. Uno screening nutrizionale e un'adeguata terapia di nutrizione parenterale nelle diverse fasi della malattia, e non solo quando si è all'ultimo stadio, costituiscono per il paziente un ulteriore supporto terapeutico che migliora il suo stato di salute e lo aiuta a ricevere meglio le terapie oncologiche. (EUGENIA SERMONTI)