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‘Oncorete', i nuovi modelli organizzativi per l'oncologia

Si è da poco conclusa la seconda tappa del progetto ‘Oncorete, sharing and innovation system”, un progetto basato su di una serie di convegni in regioni strategiche che mira alla creazione di una Rete oncologica nazionale

Maria Rita Montebelli
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Dopo il successo di Firenze è stato il turno di Genova che ha ospitato l'evento ‘Oncorete - nuovi modelli organizzativi per l'oncologia'. L'obiettivo raggiunto dall'evento, oltre ad offrire un terreno di dialogo tra esponenti di diverse reti oncologiche regionali, è stato quello di mettere a fuoco le problematiche dei percorsi assistenziali per pazienti oncologici avanzati nel contesto attuale. Questo evento, organizzato da Motore Sanità, si è svolto con il patrocinio del Servizio Sanitario Regione Liguria e dell'Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Genova e con il contributo incondizionato di Bristol-Myers Squibb. “L'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Genova è lieto – ha affermato Alessandro Bonsignore, presidente FROMCeO Liguria – di ospitare e di co-organizzare con la Regione Liguria e con Alisa un evento di estrema importanza nell'ottica della tutela della salute dei cittadini, uno dei pilastri fondanti l'attività ordinistica. Ancora una volta, in particolare, per di più su un tema così delicato quale l'oncologia, si realizza una sinergia inter-istituzionale volta al miglioramento del nostro Servizio sanitario regionale mediante l'attuazione di modelli organizzativi sempre più moderni – conclude il presidente - e capaci di soddisfare i bisogni di salute della popolazione in un contesto socio-economico e sanitario in continua e rapida evoluzione". Per questa tappa di Oncorete è stata designata la Regione Liguria in forza dei profondi cambiamenti in atto con la costituzione di AliSa e del DIAR Oncoematologia e l'assegnazione a queste nuove organizzazioni dei più rilevanti aspetti di Clinical Governance, dalla realizzazione di PDTA unici regionali alle raccomandazioni sull'uso appropriato dei nuovi farmaci. “Il rinnovato servizio sanitario della nostra Regione – ha dichiarato Sonia Viale, Vice presidente Regione Liguria, assessore Sanità Politiche Sociali, Immigrazione, Sicurezza ed Emigrazione – ha, tra gli obiettivi, l'omogeneizzazione dell'erogazione di servizi e della presa in carico dei cittadini. Grazie alle istituzioni dei DIAR, lo strumento di governo a disposizione di ALISA, sono certa che anche questi obiettivi saranno centrati. Attraverso i DIAR i professionisti hanno modo di condividere le best practice diffuse sul nostro territorio per garantire standard di qualità elevati a coloro che saranno presi in carico nelle strutture liguri”. “Grazie al mandato ricevuto dalla Regione e dall'Assessore Viale in particolare - ha commentato Walter Locatelli, commissario straordinario A.Li.Sa Regione Liguria - ALISA attraverso i DIAR, che assolvono anche alle funzioni delle reti come quella oncologica, ha strutturato e sono in fase di approvazione, i primi percorsi regionali con gli indirizzi organizzativi e clinici individuati proprio grazie all'attività dei DIAR”. I DIAR sono i Dipartimenti Interaziendali regionali, nati per condividere le ‘best practice' e superare la frammentazione del servizio sanitario sul territorio. “Le innovazioni terapeutiche stanno rivoluzionando i percorsi di cura dei pazienti neoplastici – ha spiegato Paolo Pronzato, coordinatore DIAR Oncoematologia Regione Liguria - le migliori prospettive di sopravvivenza comportano il moltiplicarsi di bisogni assistenziali legati alla cronicizzazione della malattia (palliazione, ricoveri intercorrenti, tecnologie diagnostiche, ecc). Ci si può organizzare al meglio con reti, multidisciplinarietà, personalizzazione dei trattamenti), ma questo non basta. L'oncologia ha bisogno di maggiori risorse”. Nel corso dell'evento è stato illustrato il modello Ligure nei principi e nei dettagli, sia nella gestione centralizza dei PDTA sia nella gestione dei nuovi farmaci. “La nuova gestione del paziente oncologico – ha spiegato Bruna Rebagliati, direttore Generale ASL 4 Liguria – alla luce delle novità dei nuovi farmaci, deve partire dal concetto della ‘presa in carico' del paziente, da quando entra in ospedale e per l'intero iter clinico e assistenziale, nell'ambito della interdisciplinarietà. Le reti oncologiche devono consentire ai pazienti di ricevere le migliori cure nel minor tempo possibile, possibilmente vicino al proprio domicilio. Devono inoltre favorire l'appropriatezza prescrittiva – ha concluso il direttore - che consente, pur utilizzando farmaci ad alto costo, il contenimento della spesa pubblica”. "La gestione della malattia neoplastica si articola in ricoveri ordinari – ha spiegato Giuseppe Fabio Stellini, medico di medicina generale FIMMG Liguria – Day Hospital, visite specialistiche ambulatoriali. In queste occasioni si raccolgono dati di salute che restano sconosciuti all'organizzazione delle cure territoriali (MMG e medici di CA). Il cronicizzarsi della malattia oncologica e quindi il suo inserirsi nella più generale ‘cronicità' di cui la medicina generale si prende carico impone - sottolinea il medico - una continua condivisione di tali dati. Tutto questo non può avvenire senza l'accesso degli operatori a uno strumento informatico condiviso". Si è parlato anche del metodo dei PDTA della Breast Unit che ha permesso di diminuire il numero di medici impiegati da 28 a 7, riuscendo comunque a garantire alti livelli di erogazione sanitaria. “Gestire la multidisciplinarità per determinate patologie è fondamentale, però per fare questo bisogna abbandonare le logiche di reparto ed entrare in una di percorsi – ha affermato Giovanni Ucci, direttore generale Policlinico IRCCS San Martino Genova – come noi in Breast Unit, che consideriamo ogni erogazione un pezzetto di percorso, portando i PDTA anche fuori dalle logiche dei singoli ospedali”. Non si è parlato solo dei punti di forza del sistema ligure ma sono state anche evidenziate le problematiche, che in molti casi accomunano molte delle regioni italiane. “L'idea dei DIAR – ha sottolineato Filippo Ansaldi, professore associato dipartimento di scienze della salute Università Genova, direttore SC Programmazione Sanitaria, A.Li.Sa Regione Liguria – nasce dalla considerazione che in medicina è complessa sia la domanda di servizi sia l'offerta. Per risolvere questo problema abbiamo creato dei percorsi per i pazienti, ma attualmente il sistema di finanziamento (ndr. attualmente si basa sulle singole prestazioni erogate) non rispecchia questo metodo di gestione”. Dello stesso avviso anche Adriano Lagostena, direttore generale E.O. Ospedali Galliera: “Lo studio 2016 AIOM-CIPOMO ha evidenziato la necessità di modificare il modello remunerativo per le patologie oncologiche mediche indirizzato non più alla prestazione ma alla tipologia di paziente, attraverso la definizione dei relativi costi standard”. A rappresentare la rete oncologica Toscana, una delle prime in Italia, per raccogliere gli input dei colleghi liguri e per instaurare un dialogo costruttivo è intervenuto Gianni Amunni, direttore generale Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (Ispro) Regione Toscana: "Il modello a rete è quello che maggiormente risponde alla esigenza di fornire percorsi di cura omogenei e di qualità in tutto il territorio regionale. La diffusione della valutazione multidisciplinare – ha spiegato Amunni - di tutti i casi oncologici e la condivisione da parte di tutti i professionisti di PDTA aggiornati e appropriati, sono gli strumenti che garantiscono equità nella presa in carico del paziente oncologico. Occorre in questa fase favorire la realizzazione di questi modelli in quelle Regioni che ancora non li hanno adottati e approfondire con impegno il tema della governance – conclude il direttore - per consentire l'effettiva operatività delle reti oncologiche". (MARCO BIONDI) Ulteriori informazioni e materiale stampa, sul sito internet www.motoresanita.it

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