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Invecchiamento cutaneoi peggiori nemici della pelle

L'alimentazione è tra i principali responsabili della salute cutanea. Quattro sono i processi che vengono attivati da uno stile alimentare poco equilibrato: glicazione, insulinoresistenza, stress ossidativo, infiammazione

Maria Rita Montebelli
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La pelle rappresenta l'interfaccia con il mondo esterno e comunica il nostro equilibrio psicofisico, riflettendo lo stato di salute e di invecchiamento di tutto il corpo. Uno dei principali responsabili della nostra salute cutanea è, ad esempio, il cibo. Possiamo individuare i principali responsabili nell'aging cutaneo correlati al cibo. Quattro processi fortemente connessi tra loro in una sorta di circolo vizioso che vengono attivati da un'alimentazione poco equilibrata:glicazione, insulinoresistenza, stress ossidativo, infiammazione. A spiegarlo è Domenico Centofanti, vicepresidente della Società italiana di medicina estetica (Sime) in occasione del 40° congresso della società scientifica, tenutosi a Roma. Rispetto a pochi decenni fa, il lavoro del medico è cambiato radicalmente: la grande mole di conoscenze che la ricerca ha prodotto ha fatto sì che la medicina si sia super-specializzata “e questo – afferma Centofanti - se da un lato ci ha messo nella condizione di essere dei professionisti competenti per singoli organi, dall'altro ci ha fatto perdere di vista il corpo nella sua globalità. La pelle è tra gli esempi più evidenti in questo senso, ci preoccupiamo di curarla come se fosse un organo a sé, perdendo di vista il suo ruolo nel resto dell'organismo”. Su di essa influiscono fattori quali radiazioni ultraviolette, inquinamento, fumo, stress, alimentazione, alcool, sonno, quadro ormonale. Gli ormoni tiroidei, ad esempio, intervengono nel controllo del turnover cellulare e del tempo di rigenerazione cellulare che da 3-4 settimane, caratteristico dell'età giovanile, passa a 4-6 settimane nell'età adulta. “La nutrizione è senza dubbio uno dei principali responsabili della salute cutanea – continua l'esperto – il legame, o piuttosto l'effetto dell'alimentazione sull'invecchiamento cutaneo, è stato un interessante campo di ricerca non solo per gli scienziati, ma anche un campo comune di interesse per gli esseri umani negli anni, dai tempi antichi ai giorni nostri. Tralasciando l'importanza e le ben note azioni di vitamine, minerali e di altri nutrienti sul benessere cutaneo, l'attenzione dev'essere spostata su un concetto più ampio di alimentazione. Per rendere un'idea dell'impatto che la malnutrizione (sia qualitativa che quantitativa) può avere sulla pelle, basta pensare a pazienti affetti da disturbi dell'alimentazione, come anoressia nervosa”. L'eccesso di zuccheri, le diverse metodologie di cottura, l'improprio e eccessivo utilizzo di dolcificanti, favoriscono il processo di glicazionecon produzione dei cosiddetti Advanced Glycation End products (AGEs) che si legano a recettori specifici denominati Receptor for Advanced Glycation End products (Rage), localizzati su fibroblasti, adipociti, mastociti, macrofagi, cellule endoteliali, quindi sia epidermide che derma, favorendo la produzione di citochine infiammatorie, la glicazione delle fibre collagene e l'elastoressi (rottura delle fibre collagene). Gli AGEs promuovono l'infiammazione, lo stress ossidativo e l'alterazione della struttura e della funzione delle proteine intracellulari e di superficie anche indipendentemente dal recettore, attraverso danni diretti alla struttura delle proteine di membrana o intracellulari. Insulinoresistenza è la ridotta capacità dell'insulina di far utilizzare il glucosio nelle cellule dell'organismo, una condizione cioè in cui si favorisce una risposta biologica subnormale con accumulo di grasso e produzione di citochine infiammatorie da parte del tessuto adiposo, danneggiando anche l'architettura cutanea. Nella genesi dello Stress ossidativosicuramente l'alimentazione ha un ruolo primario. Una dieta tipicamente occidentale favorisce lo stress ossidativo con la formazione di radicali liberi, veri e propri killer anche per la cute. Si parla di infiammazioni subcliniche generate da sedentarietà, ambiente, fumo, farmaci, stress e dieta. Un'alimentazione ricca di grassi saturi e trans – rispettivamente quelli di origine animale e quelli di origine vegetale cui vengono aggiunti atomi di idrogeno, entrambi responsabili dell'aumento del cosiddetto colesterolo Ldl, quello ‘cattivo' -  e di zuccheri semplici finisce con l'essere pro-infiammatoria favorendo un'alterazione anche della matrice extracellulare dove si trovano le fibre collagene ed elastiche e da dove parte il nostro sistema linfatico, generando una decadenza estetica. “Per queste ragioni, la prima visita di medicina estetica, in accordo con quanto suggerito dalla Sime, prevede un'indagine anamnestica e un esame clinico tradizionale e mirato alla domanda con una serie di valutazioni morfologiche e funzionali – conclude Centofanti – Questo approccio permette di formulare innanzitutto un progetto di prevenzione e, poi, di correzione. La terapia antiaging, oltre alle metodiche impiegate abitualmente in medicina estetica, non può non valutare lo stile di vita del paziente e la sua alimentazione in particolare. E' questo, forse, l'elemento che condiziona maggiormente la differenza di risultato”. Insomma un'alimentazione variegata e corretta riesce davvero. Non fa la differenza solo in termini di ‘forma fisica' perché la salute dell'organismo di riflette anche sulla superficie: “È comprensibile da tutto ciò l'importanza dell'educazione alimentare che rientra a pieno titolo tra gli obiettivi del medico estetico dopo il check up di medicina estetica – conclude Emanuele Bartoletti, presidente della Sime - L'elaborazione di un ‘Diario alimentare' da parte del paziente permette al medico estetico di capire se vi sono degli errori nelle abitudini alimentari e di aiutare il paziente ad evitarli e correggerli”.

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