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“Diamo una spallata al sommerso,sconfiggiamo il virus dell'epatite C”

Massimo Galli

Nel corso di un convegno del patrocinato da Regione Lombardia e dalla Società italiana di malattie infettive e tropicali, si sono discusse le strategie da mettere in campo per individuare le persone infette che non sanno di esserlo

Maria Rita Montebelli
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Si è tenuto negli scorsi giorni a Milano presso il Palazzo Pirelli il convegno ‘Epatite C: stato dell'arte e modelli per l'emersione del sommerso', incontro che ha avuto come obiettivo quello discutere modalità per far affiorare il sommerso dell'epatite C, ovvero di rendere cosciente la popolazione colpita dal virus - e talora ignara di aver contratto l'infezione all'eliminazione della malattia – delle cure ad alta efficacia oggi disponibili. “Oggi abbiamo a disposizione farmaci per combattere l'epatite C che sono così efficaci da assicurare nella quasi totalità dei casi l'eradicazione dell'infezione - ha spiegato il professor Massimo Galli, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) - In questo scenario bisogna allora individuare quali siano le popolazioni chiave nelle quali l'infezione si trova a circolare maggiormente e che quindi fanno da serbatoio dell'infezione”. Il convegno ha offerto un'opportunità di confronto tra specialisti e medici di medicina generale favorendo un approccio pratico e fattivo al problema. Sono state fornite indicazioni pratiche su come stabilire contatti e collaborazioni tra il medico di medicina generale e i centri prescrittori, al fine di facilitare l'invio dei pazienti al trattamento e la cogestione dello stesso tra medico di famiglia e specialista. A che punto siamo. A fine giugno risultavano in Italia oltre 185 mila trattamenti avviati e nella stragrande maggioranza già conclusi con successo. Le disponibilità di una cura ad alta efficacia, che consente la definitiva eliminazione del virus in circa il 97 per cento dei casi trattati, ha cambiato radicalmente la prognosi e il destino di migliaia di pazienti. Tuttavia, considerando l'alta prevalenza di Hcv nella popolazione italiana, è necessario far emergere il sommerso, ossia quelle popolazioni che in termini epidemiologici sono le più rilevanti perché permettono la circolazione del virus. È giunto il momento per una spallata finale che porti all'eliminazione più vasta possibile del virus per consentire, la sua progressiva scomparsa dal Paese. Pur con qualche controversia, le stime del sommerso raggiungono cifre importanti, comprese tra le 100 mila e le 240 mila persone. È quindi necessario metter mano a una seria valutazione, nella pratica clinica corrente, delle condizioni che potrebbero aver portato persone  anche apparentemente asintomatiche per affezioni epatiche a contatto con il virus. Fondamentale, a questo scopo, è il ruolo che può essere ricoperto dal medico di medicina generale, che quale primo attore a livello territoriale e detentore di un rapporto diretto con la popolazione, può concretamente favorire una reale presa di coscienza delle persone sull'importanza di accettare uno screening e individuare validamente le persone a cui proporlo. (MATILDE SCUDERI)

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