IRC: “legge sui defibrillatori, più soccorsi e sopravvivenza”
L'opinione di Andrea Scapigliati (nella foto), dell'Unità operativa di cardioanestesia e terapia intensiva cardiochirurgica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli e presidente dell'Italian Resuscitation Council
Riguardo all'approvazione da parte della Camera del disegno di legge sulla riforma del primo soccorso e sull'utilizzo dei defibrillatori, Andrea Scapigliati, presidente dell'Italian Resuscitation Council (Irc) e dirigente medico dell'Unità operativa di cardioanestesia e terapia intensiva cardiochirurgica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, osserva: “La legge tiene conto di molte delle proposte che la nostra associazione aveva fatto a giugno in Commissione Affari Sociali, come la tutela legale del soccorritore, la maggiore diffusione dei defibrillatori semiautomatici (Dae), l'introduzione a scuola della formazione obbligatoria sulla rianimazione cardiopolmonare, la creazione di un'applicazione per la geolocalizzazione dei Dae, l'obbligo per il 112/118 di fornire alle persone che hanno segnalato l'emergenza le istruzioni telefoniche per riconoscere l'arresto cardiaco, fare il massaggio cardiaco e utilizzare il Dae. Sono elementi essenziali per favorire i soccorsi da parte di chi assiste a un arresto cardiaco e, di conseguenza, la sopravvivenza delle persone che ne sono colpite. Auspichiamo un rapido iter approvativo della legge e una sua imminente entrata in vigore. Ringraziamo i due relatori della legge, gli onorevoli Giorgio Mulè e Mara Lapia e i loro colleghi che hanno presentato proposte a riguardo per il corale lavoro svolto”. “Per favorire sempre più una cultura del primo soccorso – prosegue Andrea Scapigliati – vogliamo proporre ai deputati di organizzare insieme alla Camera, il 16 ottobre, in occasione della Giornata mondiale per la rianimazione cardiopolmonare, iniziative di sensibilizzazione sul primo soccorso che coinvolgano anche i ragazzi delle scuole”. Ogni anno 60 mila persone in Italia e 400 mila in Europa muoiono per arresti cardiaci improvvisi che nel 70 per cento dei casi avvengono in presenza di altre persone, ma solo nel 15 per cento dei casi i presenti iniziano subito le manovre di rianimazione cardiopolmonare. Se questa percentuale aumentasse si potrebbero salvare ogni anno decine di migliaia di persone, considerato che un intervento rapido aumenta di 2-3 volte le possibilità di sopravvivenza. Per questo motivo Italian Resuscitation Council, no profit impegnata nella ricerca e nella formazione sulla rianimazione cardiopolmonare, aveva presentato in Commissione Affari Sociali della Camera il documento ‘Un sistema per salvare vite', pubblicato anche sulla rivista scientifica internazionale ‘Resuscitation' con le sue proposte per migliorare il primo soccorso e la rianimazione cardiopolmonare in Italia, anche attraverso un maggiore coinvolgimento e una formazione più puntuale delle persone comuni. La Commissione Affari Sociali della Camera ha accolto tutte le proposte più importanti avanzate da Irc. Il Gruppo italiano per la Rianimazione Cardiopolmonare nasce nell'ottobre del 1994 con lo scopo primario di diffondere la cultura e l'organizzazione della rianimazione cardiopolmonare in Italia. L'Associazione coinvolge medici di diverse discipline e infermieri attivamente impegnati nel settore della rianimazione cardiopolmonare intra ed extra ospedaliera. L'attività di Irc si integra con quella di analoghe associazioni italiane e straniere e in modo particolare con quella di European Resuscitation Council. www.ircouncil.it. (PIERLUIGI MONTEBELLI)