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“Siamo piccoli ma teniamo testapersino alle aziende più grandi“

Matteo Bertelli

A colloquio con Matteo Bertelli (nella foto), vulcanico genetista di fama internazionale e instancabile indagatore del campo delle malattie rare, fondatore di MAGI Group che si occupa di ricerca e diagnosi di malattie rare e genetiche

Maria Rita Montebelli
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Etica professionale, passione, competenza e caparbietà. Sono queste le parole che si affacciano alla mente parlando con il dottor Matteo Bertelli, genetista di fama internazionale e instancabile indagatore del campo delle malattie rare. Il fondatore di MAGI group – realtà che si occupa di ricerca e diagnosi di malattie rare e genetiche - ha ben chiari gli ambiti di sviluppo che le moderne tecnologie applicate offrono, e non ha paura di rimboccarsi le maniche per offrire ai pazienti ‘rari' nuovi orizzonti. Anche da solo. "L'Italia è un paese che forma grandi talenti, ma poi non li mette a frutto. Lo sviluppo si costruisce ogni giorno, grazie a persone che lavorano e che vogliono portare avanti il made in Italy, ma vedo spesso giovani che intraprendono percorsi di alta formazione che da noi non possono mettere in pratica ciò che hanno appreso. Questo è particolarmente grave se pensiamo all'ambito farmaceutico e biotecnologico” Perché? Ad oggi sono in produzione solo quattro farmaci italiani brevettati. Questo vuol dire che per le altre medicine paghiamo le royalties agli altri paesi produttori. Ma non basta lamentarsi per cambiare le cose, quindi ho agito in prima persona. In che modo? Con EBTNA-LAB, la società che mi sta consentendo di completare l'opera avviata con MAGI. È una società di biotecnologie europea che ci ha concesso – unici in Italia – il proprio marchio. Da due anni EBTNA-LAB lavora alacremente per trovare molecole terapeutiche che risultino efficaci contro alcune gravi malattie rare e genetiche quali la retinite pigmentosa, le obesità mendeliane, i linfedemi, i lipedemi e l'anoressia, patologia quest'ultima sulla quale grava anche un giudizio profondamente sbagliato che colpevolizza il paziente. Lo sviluppo di terapie per le malattie rare è ostacolato da costi molto elevati a fronte di ricavi resi esigui dal numero di pazienti. In che modo EBTNA-LAB affronta questo problema, insormontabile anche per aziende di ben più lungo corso? È vero, immettere molecole terapeutiche un commercio è molto costoso, soprattutto a causa del lungo iter di ricerca e sviluppo di molecole di sintesi, e se a beneficiarne saranno poche migliaia di persone può sembrare un gioco a perdere. Ma i pazienti non possono essere lasciati soli. Quindi abbiamo cambiato l'approccio usando la legislazione degli integratori: alla base della maggior parte degli integratori c'è un prodotto naturale atossico.  Da EBTNA-LAB prendiamo le molecole ‘naturali' con proprietà farmacologiche di questi prodotti per verificarne l'efficacia nel contrastare stati patologici. Così si bypassa la ricerca farmacologica, e passiamo direttamente a eseguire i trial clinici dalla sperimentazione in vitro a quella in vivo, fino ai trial umani. Ad oggi abbiamo ben quattro brevetti in cantiere, con sperimentazioni bene avviate i cui risultati sono oggetto di pubblicazione. Da qui a un anno saremo pronti a immettere in commercio i primi nostri prodotti e a iniziare ad alleviare le sofferenze dei nostri pazienti. (MATILDE SCUDERI)  

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