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L'interferone in gravidanza,via libera da parte del Chmp

Se clinicamente necessario, le pazienti con sclerosi multipla possono continuare la terapia anche durante la gestazione e l'allattamento. Si tratta di un importante aggiornamento per una patologia che colpisce soprattutto le donne

Maria Rita Montebelli
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La sclerosi multipla è una patologia cronica che colpisce il doppio delle donne rispetto agli uomini e spesso viene diagnosticata tra i 20 e i 40 anni, con pesanti ricadute sulla vita privata di chi riceve la diagnosi. Un'indagine condotta su un campione di donne europee ha rivelato che più di un terzo delle donne con sclerosi ha deciso di non avere figli o è stato influenzato nella pianificazione di una gravidanza a seguito delle preoccupazioni legate alla malattia e all'interruzione delle cure. Ma da oggi almeno una parte di quelle preoccupazioni può essere allontanata: Merck ha infatti reso noto che il Committee for medicinal products for human use (Chmp) della European medicines agency (Ema), ha espresso parere positivo sull'aggiornamento dello stampato – ovvero del foglietto illustrativo e del riassunto delle caratteristiche del prodotto – degli interferoni beta, incluso l'interferone beta-1 a di Merck. A seguito di tale aggiornamento, l'interferone beta può essere somministrato alle donne con sclerosi multipla recidivante durante la gravidanza, se clinicamente necessario, e durante l'allattamento. “In Merck, siamo impegnati a supportare le persone con sclerosi multipla in ogni fase della loro vita, anche quando decidono di costruire o allargare la loro famiglia - ha dichiarato la dottoressa Maria Rivas, chief medical officer, healthcare, Merck - Il parere positivo ricevuto dal Chmp sull'utilizzo dell'interferone beta-1a durante la gravidanza, se clinicamente necessario, e durante l'allattamento mette a disposizione dei medici un'opzione di trattamento importante per la gestione di questa patologia cronica in un periodo molto importante nella vita dei loro pazienti”. 

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