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Arriva un nuovo farmacoper l'antibiotico-resistenza

A colloquio con Giovanni Gesu (nella foto) Dir. struttura complessa dell'ospedale Niguarda

Maria Rita Montebelli
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Com'è nato il fenomeno globale dell'antibiotico-resistenza? Gli antibiotici sono farmaci usati nel trattamento delle infezioni batteriche perché capaci di uccidere i batteri (attività battericida) o di impedirne la moltiplicazione (attività batteriostatica). Il primo antibiotico - la penicillina - prodotto dalla muffa Penicillium notatum, fu scoperto da Alexander Fleming nel 1928 e ha cambiato la storia della medicina. L'uso degli antibiotici ha, infatti, permesso di diminuire la mortalità delle malattie infettive batteriche (meningiti, polmoniti, tifo, tubercolosi, etc.) e le complicanze infettive legate a traumi, ferite e interventi chirurgici. Ben presto, però, lo Staphylococcus aureus - un microrganismo umano che può portare infezioni devastanti - ha sviluppato un meccanismo di resistenza che ha reso la penicillina inefficace. È iniziata così un'altalena tra scoperta e sviluppo di nuovi antibiotici e nuovi meccanismi di resistenza che i batteri hanno messo in atto per difendere se stessi. Si tratta di una storia che si ripete: ogni volta che vengono introdotte nuove molecole, i germi si difendono sviluppando una resistenza in poche ore o in anni che in taluni casi rendono una intera famiglia di antibiotici totalmente inefficace. Lo stesso Staphylococcus aureus ha manifestato negli anni ‘70 una resistenza a tutta la famiglia delle penicilline con un meccanismo che si definisce meticillino-resistenza; i germi che posseggono questo meccanismo si chiamano con la sigla MRSA (Methicillin Resistant Staphylococcus aureus). Come si presenta la situazione italiana? I dati parlano chiaro: l'Italia è tra i Paesi europei con i livelli più alti di antibiotico-resistenza. Ad esempio, nel nostro Paese la presenza di Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) è doppia rispetto alla media europea. Si attesta, infatti, poco al di sotto del 40% (38% nel 2011), in lieve miglioramento, contro una media europea inferiore al 20%. Eppure, la diffusione del batterio Staphylococcus aureus è molto più elevata in altre zone d'Europa, come nei Paesi scandinavi dove, tuttavia, il batterio è molto raramente un MRSA. Questa eccezionale concentrazione delle resistenze in Italia si spiega, da una parte, con una scarsa attenzione alle misure di prevenzione e, dall'altra, con l'abuso o il cattivo uso degli antibiotici: non è un caso, infatti, che nel nostro Paese 1 antibatterico su 5 è usato in modo inappropriato e che l'Italia è tra i maggiori consumatori di antibiotici dopo la Grecia. Infine, va preso in considerazione l'aumento delle resistenze nei batteri gram negativi: un nuovo fenomeno in crescita nel nostro Paese, dimostrato dalla continua evoluzione della frequenza di resistenza nelle specie E. coli e K. pneumoniae. Che cosa si può fare per contrastare l'antibiotico-resistenza? Usare troppi antibiotici, soprattutto con pazienti anziani e polipatologici, non fa altro che aumentare i meccanismi di resistenza ad essi nei batteri. Gli antibatterici vanno usati in maniera appropriata e non bisogna abusarne: se si dà a un paziente l'antibiotico sbagliato, si finisce per dare solo un vantaggio ai batteri resistenti. Inoltre, sarebbe importante un intervento a livello culturale per diffondere prima di tutto negli ospedali le buone prassi igieniche, lavando sempre le mani con acqua e sapone o usando una schiuma alcolica. Infine, lo sviluppo di nuove molecole appare una scelta obbligata in uno scenario in continua evoluzione, per poter avere una valida alternativa terapeutica nel caso, ormai non più eccezionale, di batteri in grado di resistere a tutti gli antibiotici disponibili in commercio. E sul fronte delle nuove molecole, ci sono novità significative? Se tra il 1980 e il 1990 sono stati introdotti 40 nuovi antibiotici, nel decennio successivo il numero è crollato a 7. Ora in Italia è arrivata Ceftarolina fosamil, una nuova cefalosporina efficace contro uno dei nostri primi nemici pubblici - lo Staphylococcus aureus meticillino resistente - e contro i principali batteri gram positivi. Il nuovo antibiotico presenta un'azione battericida e agisce distruggendo i batteri che possono causare gravi infezioni come le infezioni complicate della cute e dei tessuti molli (cSSTI) o la polmonite acquisita in comunità (CAP).

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