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L'Unione europea vuole chiudere i siti porno: 600mila mail di protesta

La mozione incriminata recita: "Si propone il divieto alla pornografia su tutti i media". Per molti internauti è un attacco alla libertà di stampa

Sebastiano Solano
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Toccateci tutto, ma non il porno. E' questo il senso della protesta degli internauti che, da un giono all'altro, rischiano seriamente di rimanere senza uno dei loro hobby preferiti. L'oggetto della protesta è la mozione presentata al Parlamento europeo per eliminare gli stereotipi di genere in UE. A prima vista un'iniziativa lodevole, ma che tra le pieghe del documento nasconderebbe la frase incriminata: "Si propone un divieto alla pornografia su tutti i media", un'unica frase, concisa, ma sufficiente a suscitare la rivolta degli smanettoni di tutt'Europa.  Seicentomila e-mail in 3 giorni - In realtà, si tratta di una risoluzione e non di una norma, quindi non vincolante. Ciò non è però bastato a rassicurare chi ha a cuore la libertà di stampa o, se preferite, la libera fruizione del porno su internet: sono state 600mila in soli tre giorni le e-mail mandate al Parlamento europeo, per protestare contro l'eventualità di una norma siffatta. Così tante, le e-mail, che gli addetti alla comunicazione del Parlamento hanno dovuto filtrare la posta in entrata. In attesa del voto, previsto per martedì 12 marzo, i funzionari hanno inoltre paventato il rischio di un attacco hacker.  

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